Con un leggero ritardo a causa del maltempo la “Global Sumud Flotilla” è partita da Barcellona (Spagna) l’1 settembre nella speranza di rompere il blocco di Gaza imposto da Israele. Secondo gli organizzatori, si tratterebbe della “più grande missione umanitaria della storia”, che riunisce diverse decine di navi e centinaia di attivisti provenienti da oltre 40 paesi. La flottiglia dovrebbe essere raggiunta da altre imbarcazioni in Tunisia, prima di dirigersi verso la Striscia di Gaza in un viaggio che dovrebbe durare una settimana.
L'operazione, organizzata congiuntamente da tre ong, ricorda le vicissitudini delle navi Madeleine e Handala, due imbarcazioni partite nel 2025 verso le coste di Gaza con lo stesso obiettivo, prima di essere abbordate dall'esercito israeliano.
L'assedio della Striscia di Gaza intanto prosegue, continuando a mietere vittime civili. Il 1° settembre, più di 270 testate di 70 paesi diversi hanno partecipato a un'azione coordinata da Reporter senza frontiere (RSF) e dal movimento civico internazionale Avaaz per denunciare l'uccisione di giornalisti durante il conflitto. Secondo RSF, oltre 210 giornalisti sono stati uccisi a Gaza dal massacro perpetrato dal movimento palestinese Hamas il 7 ottobre 2023, il conflitto più sanguinoso della storia per la professione.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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