Il cambiamento climatico entra finalmente nella campagna

Il cambiamento climatico, l’immigrazione e il populismo di destra sono al centro degli interessi degli elettori. Uno scenario tipicamente europeo, ma anche globale.

Pubblicato il 21 Maggio 2019

Dopo le elezioni legislative del 2018 la Svezia ha vissuto un lungo e problematico processo di formazione del governo. Ora che i partiti si mobilitano per le elezioni europee, il panorama politico interno sembra diviso in tre blocchi, dai confini piuttosto indefiniti. Al posto della tradizionale divisione tra centro e sinistra, oggi osserviamo tre gruppi: sinistra/verdi, centristi/liberali e conservatori/nazionalisti.

Secondo i sondaggi i temi che interessano di più gli elettori sono il cambiamento climatico, l’immigrazione e il populismo di destra. Uno scenario tipicamente europeo, se non addirittura globale. Ma il caso della Svezia presenta alcune peculiarità.

La Svezia è tra i paesi d’Europa dove il sostegno nei confronti dell’Unione europea è maggiore. Secondo i dati dell’Eurobarometro, se oggi si tenesse un referendum, più dell’80 per cento degli svedesi voterebbe per confermare l’adesione. Anche se la l’affluenza per le europee è solitamente inferiore rispetto alle elezioni politiche, uno svedese su due vota comunque per il parlamento europeo, più che nella gran parte degli stati dell’Unione.

Al contempo, però, gli elettori e la maggioranza dei politici restano contrari all’ingresso nell’eurozona. Il cambiamento politico più radicale rispetto agli ultimi anni è che al momento nessun partito chiede l’uscita della Svezia dall’Unione europea. I due partiti che invocavano la Svexit, posizionati agli estremi rispetto al centro liberale, sono i Democratici svedesi (Sd, nazionalisti di estrema destra) e il Partito della sinistra (Vänsterpartiet).

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Entrambi hanno dichiarato che non si adopereranno attivamente per l’uscita dall’Unione (anche se resta nei rispettivi programmi), ma intendono sviluppare alleanze all’interno del parlamento europeo e con i movimenti presenti in Europa. […] Continua a leggere l'articolo su Internazionale.it.

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