Secondo un recente emendamento al codice penale, chiunque propagandi il comunismo e i suoi simboli rischia fino a due anni di prigione, rivela Rzeczpospolita. La nuova legge interpreta così la norma della costituzione che proibisce le organizzazioni che si rifanno a nazismo, fascismo e comunismo, dando così alle autorità giudiziarie la possibilità di perseguire le associazioni filocomuniste e di chiudere i siti che promuovono tale ideologia. L'Istituto nazionale per la memoria ha già preparato una lista di monumenti da rimuovere e nomi di strade da cambiare. Secondo alcuni la legge potrebbe addirittura colpire i venditori di oggetti legati al comunismo, come le magliette del Che. Il periodico di sinistra Krytyka Polityczna condanna la legge, argomentando che a differenza del nazismo il comunismo ha "ovvie intenzioni positive e continua a ispirare i filosofi". L'Alleanza della sinistra democratica (Sld, fondata da membri del vecchio Partito comunista) ha già fatto ricorso contro la legge presso la Corte costituzionale.
Questo articolo ti interessa?
È accessibile gratuitamente grazie al sostegno della nostra comunità di lettori e lettrici. Pubblicare e tradurre i nostri articoli costa. Per continuare a pubblicare notizie in modo indipendente abbiamo bisogno del tuo sostegno.
Hai avuto accesso all’articolo completo.
Ti va di sostenere il nostro lavoro? Voxeurop dipende dagli abbonamenti e dai contributi di chi lo legge.
Scopri le nostre offerte a partire da 6 euro al mese e i vantaggi riservati a chi si abbona.
Mi abbono
Oppure dai un contributo libero per rafforzare la nostra indipendenza.
Do il mio contributo
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >