Minsk, agosto 2004: gli studenti protestano contro la chiusura dell'Ehu. Foto: Alla Pigalskaya

Il futuro della Bielorussia passa da Vilnius

In esilio dal 2005 dopo essere stata chiusa dalle autorità, l'Università di scienze umane di Minsk ha riaperto in Lituania con l'aiuto della Ue. La sua ambizione è formare l'élite di un futuro stato democratico.

Pubblicato il 31 Luglio 2009
Minsk, agosto 2004: gli studenti protestano contro la chiusura dell'Ehu. Foto: Alla Pigalskaya

In questa mattina di maggio regna una calma sospetta nella stazione di Vilnius. Non c’è traccia dei bielorussi che sono venuti a vendere la loro modesta mercanzia ai vicini lituani. Sono quasi tutti spariti dalla fine del dicembre 2007, data dell’entrata della Lituania nello spazio Schengen. Un trasferimento nell’Ue che costa caro, per 60 euro di visto! Per i cittadini di questa Repubblica baltica, che son entrati a far parte dell’Ue nel 2004, l’ex Unione Sovietica è un lontano ricordo. Però, basta spostarsi a soli 10 chilometri da qui, dalla parte bielorussa, per affondare ancore in completo regime sovietico. In Bielorussia, incastrata tra L’Unione europea e la Russia, Il Kgb dà la caccia senza tregua a chi si oppone al regime. Il Paese è sotto il governo autoritario di Alexander Lukašenko dal 1994. La repubblica di Bielorussia ha quindi conosciuto solo un breve intervallo democratico dal 1991 al 1994.

Un periodo di tempo, tuttavia, sufficiente perché sorgesse a Minsk, nel 1992, l’Università Europea di Scienze Umanistiche (Ehu, in inglese). Stranamente l’ultimo dittatore d’Europa ha tollerato questo centro universitario privato di eccellenza nel suo Paese per dieci anni, finché nel luglio 2004 studenti e professori hanno dovuto fare i bagagli. Le motivazioni addotte dal potere sono state che “si entra in questa università come dentro le pale di un mulino”, ed ecco spiegati gli arrivi e le partenze dei professori dell’Est dell’Europa invitati a condividere il loro sapere.

"Vilnus è stata una scelta scontata" ricorda Gregory Minenkov professore dell’Ehu. La capitale della Lituania è sola a quattro ore di macchina da Minsk. La Lituania fornisce i locali universitari e i visti, la Commissione europea finanzia una buona parte del funzionamento dell’Ehu e varie fondazioni sovvenzionano il resto del progetto.

La maggior parte degli studenti beneficia di una borsa di studio per pagare le tasse universitarie e vitto e alloggio. È il caso di Alena, una studentessa bielorussa al terzo anno di scienze politiche. "Per molti miei connazionali Vilnius è una città anche bielorussa", dice la studentessa. "I due Paesi sono stati governati da una stessa casa regnante, il granducato di Lituania, per quasi cinque secoli. Venire qui non ci crea nessun problema particolare, siamo ben accetti in Lituania e ci sono numerosi collegamenti in autobus dalla Bielorussia. Torno molto spesso a Minsk per andare a trovare il mio ragazzo e i miei. L’unica difficoltà è la lingua lituana ma qui la si può imparare e poi tutti o quasi parlano russo in Lituania".

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Sotto l'occhio del Kgb

Senza contare che gli attuali 1800 studenti (di cui 800 studiano a distanza in modalità e-learning) dell’Ehu a Vilnius continuano i loro studi in russo e bielorusso, che equivale ad un incremento degli attuali di oltre il 1000% da quando è stata aperta l’università nella capitale lituana nell’ottobre 2005. Con il 96% di nuovi studenti bielorussi iscritti in una decina di formazioni – dal design alle relazioni internazionali passando per il giornalismo e la filosofia politica – l’Ehu resta un’università a forte carattere europeo, destinata a formare la futura classe dirigenziale della Bielorussia democratica ancora in divenire.

Per la maggior parte di loro, la possibilità di studiare all’Ehu rappresenta una porta aperta sull’occidente, anche se il sogno si scontra con la realtà. Ne è ben consapevole Siarhei, studente al terzo anno: "Terminati i miei studi, sarà difficile ottenere un permesso di soggiorno e dei documenti per lavorare legalmente nei Paesi dell’Ue". Quale avvenire per questa élite di laureati d’eccellenza? Il livello di studi pari al master rilasciato dall’Ehu non ha validità legale in Bielorussia. In un Paese in cui l’80% del lavoro è statale, per uno studente dell’Uhu diventa difficile farsi spazio.

Il Kgb sorveglia da molto vicino alcuni “potenziali sovversivi” che si sono rifugiati tra i banchi dell’Ehu: si tratta di un gruppetto di giovani coinvolti in movimenti d’opposizione bielorussa. Tatiana Elavaya, ne fa parte. L’ex leader de Zubr, ora a capo di Bunt, non torna a casa dalle scorse elezioni presidenziali del 2006. Nel suo monolocale a Vilnius ospita dei dissidenti di passaggio. "Vilnius ha un grande ruolo per l’opposizione in Bielorussia. Ma le alleanze sul versante orientale che si profilano sulla scena europea stanno per isolarci. Non accettando nessun tipo d’interazione con il regime di Lukašenko, la gioventù che vi si oppone viene isolata. Restare moderati non aiuterà a cambiare la Bielorussia". Una linea radicale che la maggior parte degli studenti dell’Ehu è lontana dal condividere.

Rosinska, traduzione di Valeria Campi

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