Il Giornale strappa un salvagente all'Economist

Pubblicato il 28 Agosto 2009

"L’Economist dà ragione a Silvio Berlusconi", scrive Guido Mattioni sul Giornale. Il riferimento è a un pezzo uscito sull'Economist del 27 agosto, in cui il settimanale britannico commenta la tragedia dei 73 eritrei morti di fame e sete nel canale di Sicilia nonostante fossero stati avvistati in evidente difficoltà dalla marina maltese. Secondo l'Economist, "parte dell'obbrobrio scaricato sulle politiche migratorie del governo italiano è mal diretto. La vera obiezione è che il nuovo approccio impedisce ai migranti di chiedere asilo anche se ne hanno il diritto e li costringe a tornare in Libia, uno stato non democratico il cui leader si fa beffe dei diritti umani. [...] Ma non ci sono prove che l'Italia ignori le sofferenze di quelli che riescono a raggiungere le sue acque territoriali". Non certo un'assoluzione con formula piena, ma abbastanza perché il quotidiano del neodirettore Vittorio Feltri canti vittoria contro gli odiati autori della celebre copertina "Perché Silvio Berlusconi non è adatto a guidare l'Italia": "Quando si attengono ai puri fatti – traendone le logiche e doverose conseguenze – anche i colleghi del sempre molto british e forse troppo spesso spocchiosetto settimanale economico-politico, finiscono per ammettere e riconoscere quelle che appaiono agli occhi dei più come ineludibili verità", scrive Mattioni. Ma la gioia per quest'inaspettato trionfo finisce per tradirlo: se secondo il suo titolo (scomparso nell'edizione online) il settimanale londinese "boccia la sinistra" e parla di "attacco vergognoso" ai danni del Cavaliere, di ciò non c'è alcuna traccia nel testo originale. Concetti, questi sì, assolutamente clandestini.

Ti piace quello che facciamo?

Contribuisci a far vivere un giornalismo europeo e multilingue, in accesso libero e senza pubblicità. Il tuo dono, puntuale o regolare, garantisce l’indipendenza della nostra redazione. Grazie!

Leggi anche
Sostieni un giornalismo che non si ferma ai confini

Fai un dono per rafforzare la nostra indipendenza