L’esecutivo nato dalle elezioni del 27 aprile si è insediato il 23 maggio. Sostenuto dalla coalizione tra il Partito del progresso del trentottenne primo ministro Sigmundur Davíð Gunnlaugsson e dal Partito dell’indipendenza di Bjarni Benediktsson, il governo include nove persone che non hanno mai occupato incarichi ministeriali.
In un’intervista a Morgunblaðið, Benediktsson, titolare del ministero chiave dell’economia e delle finanze, ha dichiarato di voler tagliare le imposte fin da quest’estate “per rilanciare l’economia”.
Alla vigilia dell’insediamento, Benediktsson aveva annunciato che “il processo di adesione dell’Islanda all’Unione europea sarebbe stato interrotto con effetto immediato”.
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