"Licenziamenti più facili per l'Ue", titola La Stampa dopo il vertice europeo conclusosi nella notte a Bruxelles. Le nuove misure annunciate da Berlusconi all’Ue includono la vendita di immobili statali, l'innalzamento a 67 anni dell'età pensionabile a partire dal 2026 (al momento ferma a 60 o 61 anni per le donne e 65 per gli uomini) e soprattutto una riduzione dei limiti imposti dalle leggi sul lavoro. Secondo il nuovo piano, le aziende potranno licenziare i dipendenti se queste dimostreranno di essere in difficoltà finanziarie.
I leader europei hanno accolto favorevolmente gli sforzi italiani, ma hanno anche chiesto "un calendario" preciso e il "rispetto degli impegni". Nel frattempo in Italia è esplosa la rabbia dei partiti d'opposizione e dei sindacati di fronte alle nuove norme sui licenziamenti proposte da Berlusconi. La loro levata di scudi "preoccupa già Bruxelles", sottolinea il Corriere della Sera. La Camera e il Senato italiani dovranno esprimersi a breve sui provvedimenti del nuovo piano di riforme, ma il governo Berlusconi al momento è in bilico e il 26 ottobre è stato sconfitto due volte in parlamento. Dunque, "come può sperare di trasformare (le misure, ndr) in legge?", si domanda La Stampa. Anche il quotidiano romano La Repubblica si mostra scettico nei confronti delle proposte di Berlusconi: "L'Europa invoca misure concrete. L'Italia evoca promesse future".