In piazza contro le riforme di Rajoy

Pubblicato il 20 Febbraio 2012 alle 12:15

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"Prime proteste di massa conto la riforma del mercato del lavoro", titola La Vanguardia all'indomani delle manifestazioni in 57 città spagnole contro il governo di Mariano Rajoy. Decine di migliaia di persone hanno risposto all'appello dei principali sindacati nazionali (Ugt e Ccoo). Secondo il quotidiano di Barcellona si tratta del "primo passo di un'offensiva che potrebbe portare a uno sciopero generale" che sarebbe "un grave errore":

il governo non può né deve tornare sulla sua decisione, perché metterebbe a repentaglio la propria credibilità davanti all'Unione europea e ai mercati finanziari, che pretendono dalla Spagna l'abbandono delle rigidità nel mercato del lavoro che impediscono alle imprese di reagire adeguatamente alle congiunture avverse, e provocano una disoccupazione superiore a quanto auspicabile.

Secondo El País, invece, "il successo delle manifestazioni di ieri è un avvertimento che il governo farebbe male a ignorare". Il quotidiano madrileno approva la "strategia moderata e corretta dei sindacati":

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Ora si tratta di capire se questa riforma imposta da Bruxelles e dai mercati è la più adeguata. Quel che è certo è che ha già creato un clima d'incertezza in ampi strati della popolazione.

La riforma, presentata il 10 febbraio, prevede la riduzione dell'indennità di licenziamento da 45 a 33 giorni per anno lavorativo (fino a 20 giorni per le aziende in difficoltà, attualmente la maggioranza delle imprese spagnole), sgravi fiscali per le imprese che assumono nuovi impiegati e un periodo di prova di un anno durante il quale il neoassunto potrà essere licenziato senza il pagamento di alcuna indennità. Infine le nuove regole privilegiano gli accordi tra le imprese rispetto agli accordi di settore.

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