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Oscura finanza verde

Come investimenti venduti come ecosostenibili finanziano di fatto attività che aggravano la crisi climatica.

Utilizzando abili trucchi semantici e scappatoie nelle normative europee, gli asset manager etichettano e promuovono come “verdi” fondi che impiegano il denaro degli investitori in attività dannose per il clima, l’ambiente e la società. Tra i beneficiari figurano aziende attive nell’estrazione di petrolio e gas, nelle miniere di carbone, nella produzione di acciaio, nell’agroalimentare, nella moda, negli armamenti, nell’industria automobilistica, nell’aviazione e nella navigazione.

Parallelamente, queste stesse aziende inquinanti utilizzano anche standard volontari poco rigorosi per raccogliere finanziamenti da investitori e banche attraverso obbligazioni verdi che non prevedono condizioni vincolanti.

 

Diffondendo messaggi fuorvianti sulle loro transazioni teoricamente sostenibili, attraverso siti web aziendali, comunicati stampa, articoli sui mezzi di informazione e post sui social media, i responsabili del cambiamento climatico minimizzano le loro responsabilità e cercano di apparire più verdi di quanto non siano.

 

Di conseguenza, i profitti sporchi continuano a essere oggetto di greenwashing tramite schemi finanziari che non richiedono realmente alle aziende di ridurre le loro emissioni di CO2 e di disinvestire da attività che danneggiano le comunità locali.
Questo mina gli sforzi verso una transizione sostenibile sia in Europa che in tutti i paesi in cui operano le imprese europee.

 

Con il sostegno di Journalismfund Europe e della Bertha Foundation.