“Povertà, disoccupazione, salari bassi, sfiducia: è questo il prezzo che stiamo pagando per la crisi economica” scrive Rzeczpospolita.
Il quotidiano conservatore paragona la situazione nel paese nel primo trimestre dell’anno con lo stesso periodo del 2009, quando la Polonia è stata colpita dalla prima ondata della crisi globale. Nonostante nel 2013 il pil sia cresciuto dello 0,5 per cento rispetto allo 0,4 per cento del 2009, il tasso di disoccupazione è più alto (11,3 per cento contro 8,3 per cento), e l’aumento dei salari si è quasi fermato (2,8 per cento contro 6,8 per cento).
Eppure il partito di governo, Piattaforma civica, non sembra pronto ad avviare le riforme, nonostante continui a perdere il sostegno della popolazione.
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