La mafia alla conquista dei Balcani

Le organizzazioni italiane si espandono in Europa dell'est assumendo il controllo della prostituzione e del traffico di droga. L'allargamento Ue e la rimozione delle frontiere le aiutano. Intervista a Roberto Saviano.

Pubblicato il 11 Marzo 2011

Secondo Roberto Saviano la mafia ha investito in città come Berlino, Parigi e Bucarest, e i Balcani rappresentano una sorta di "ponte" fra Oriente e Occidente. Le strade della droga che li attraversano e le attività criminali che vi si svolgono hanno trasformato molti paesi della regione in crocevia dei traffici internazionali.

Di recente ho raccolto del materiale per un'inchiesta sulla prostituzione e ho parlato con diverse ragazze che lavorano nel settore. Le decine di conversazioni telefoniche che ho avuto mi permettono di affermare che queste ragazze rappresentano solo "l'aspetto visibile" della vicenda. Le ragazze dell'Europa dell'est sono numerose in Italia, e che la Romania è uno dei paesi che "esporta" di più in questo settore. Si tratta di centinaia e centinaia di ragazze. A Roma, per esempio, è risaputo che le escort che richiedono le tariffe più ragionevoli sono originarie della Romania.

- Che intende per tariffe ragionevoli?

Cento euro. Si tratta di ragazze in buona salute, che sanno truccarsi, hanno un bel seno, talvolta ritoccato, e che non si drogano. In confronto una prostituta russa dello stesso "livello" si vende per 200-300 euro. Le romene sono spesso molto giovani e sono considerate senza scrupoli. Contattate il più delle volte per telefono, accettano tutti i clienti senza particolari condizioni. Una "collega" italiana non contratta, ma si informa sul cliente e sulle sue aspettative. Queste ragazze conoscono molto bene il mercato e rispondono a tutte le domande, dando l'impressione di essere state "conquistate" dai clienti. Alla domanda "In quale paese europeo preferisci lavorare", le escort romene rispondono senza esitare l'Italia, sottolineando che i clienti non si ubriacano come in Germania o in altri paesi, e rendono più piacevole "l'incontro" con complimenti o regali.

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Le escort romene in Italia cercano di nascondere la loro nazionalità. Il più delle volte si presentano come "russe", anche sui loro siti internet. Ho l'impressione che cerchino di evitare il pregiudizio "Romania uguale zingari o miseria", e preferiscono piuttosto presentarsi come russe per mantenere una certa posizione sul mercato. È quando si arriva alle tariffe che si scopre la loro nazionalità. Inoltre non parlano mai dei loro protettori. Questi personaggi rimangono un mistero: non si riesce neanche ad averne una descrizione sommaria. Si sa però che non sono sempre romeni, perché sono sempre le organizzazioni criminali italiane che controllano il mercato della prostituzione, tranne quando viene occasionalmente "subappaltato". Negli ultimi tempi le organizzazioni criminali romene sembrano imporsi in Italia e cercano di "diversificare" l'attività delle loro "dipendenti", aggiungendovi il traffico di droga.

Gran parte delle migliaia di prostitute romene che arrivano in Italia vende cocaina ai clienti, anche se loro non ne fanno uso. Si tratta di una nuova strategia delle organizzazioni romene, che cercano di "consolidare" il rapporto con i loro colleghi italiani, già in buone relazioni con gli albanesi, i bulgari, i macedoni e gli ucraini, che sono sul posto da molto tempo.

- Sembra molto sicuro di quello che afferma. Come può uno scrittore avere tanta certezza? Quali sono le sue fonti?

È molto semplice. In questo caso, oltre ai rapporti della polizia, gli elementi sono evidenti a tutti. Sui siti di appuntamenti ci sono sempre annunci di escort romene, e adesso le riconosco già dalla loro presentazione. Le si distingue dalle altre perché le bulgare e le russe conoscono meno bene l'italiano. Le bulgare in particolare tendono a utilizzare il traduttore automatico di Google. Negli ultimi tempi ho anche osservato una nuova tendenza: il loro arrivo nel mondo dello show-business e della televisione.

Vista dall'esterno questa non sembra una novità. Il problema è che in Italia molte di queste ragazze fanno carriera; possono diventare sottosegretarie, consigliere od occupare importanti cariche. L'aspetto morale non mi interessa, perché in fin dei conti ognuno è libero di vendere il proprio corpo. Ma credo invece che questo possa diventare un problema se si arriva al ricatto, allo scambio di favori con i "protettori" o direttamente con le prostitute, cioè quando si fa entrare in gioco il denaro sporco, la corruzione o le raccomandazioni per qualche lavoro.

- Qual è la relazione fra le organizzazioni criminali italiane e quelle dell'Europa dell'est?

La mafia italiana è stata esportata con successo in Europa dell'est e nel resto del mondo. La mafia ha "formato" criminali in America latina (Messico, Colombia, Cile, Argentina, Uruguay) e in Sudafrica. Non è un caso se un paese come il Montenegro intrattiene intense relazioni con l'Uruguay e a questo proposito il caso del trafficante di droga Darko Šarić la dice lunga. Šarić è famoso per il suo enorme giro d'affari, per la sua longevità sul mercato, ma anche per le sue strette relazioni con il potere nel suo paese. Tutti sanno che Šarić continua a importare droga dall'Uruguay e che si trova ancora in Montenegro, ma il governo di Podgorica non ha alcuna intenzione di estradarlo, anche sotto la minaccia di sanzioni internazionali. Non vuole farlo perché approfitta generosamente dei proventi delle attività illegali.

- Ogni paese dell'Europa orientale ha però la sua specificità.

Certo, ma in futuro penso che nei Balcani a prevalere sarà la mafia serba, che è ridiventata forte anche sulla costa. È interessante osservare che i serbi non fanno affari con i croati, perché anche in campo criminale non si sopportano, mentre collaborano con gli albanesi, come facevano ai tempi della guerra, quando commerciavano in armi, benzina e droga. Tutti questi aspetti sono emersi in diverse occasioni e in altre inchieste, come per esempio in quella di Misha Glenny (McMafia, Mondadori, 2008).

- Quale effetto esercita l'allargamento dell'Ue?

L'espansione presenta vantaggi per molti paesi dell'est, perché permette di rafforzare lo stato di diritto. Ma gli svantaggi sono altrettanto numerosi: oggi il denaro dei criminali può circolare in molti paesi dell'est senza grandi problemi, perché non ci sono più dogane e non esiste una legislazione antimafia a livello comunitario. Da molto tempo le reti criminali hanno cominciato a orientarsi verso le nuove opportunità offerte dall'Europa orientale; hanno "comprato" interi pezzi della Germania dell'est, della Romania, dell'ex Jugoslavia, dell'Albania e del Kosovo. Mentre le reti criminali italiane compravano tutto quello che potevano nella nuova Europa libera, gli affaristi occidentali erano molto più prudenti. Mi ricordo di un rapporto che riportava una conversazione telefonica intercettata dalla polizia in Sicilia alcuni giorni prima della caduta del Muro nel 1989, in cui si parlava di "valigie" piene di denaro che sarebbero state portate da uomini di Cosa nostra nel giro di 48 ore. (traduzione di Andrea De Ritis)

Romania

La “Thailandia d’Europa”?

Da diversi mesi in Romania si parla di legalizzare la prostituzione, nota Dilema Veche. Vengono regolarmente presentati progetti di legge per regolamentare un'attività che era considerata legale negli anni sessanta e settanta. L'obiettivo è assoggettare la prostituzione al pagamento delle tasse per rimpinguare le casse dello stato. Secondo il settimanale la legalizzazione trasformerebbe la Romania da paese di transito e d'origine del traffico di esseri umani a destinazione prediletta del turismo sessuale. Una "Thailandia d'Europa", insomma.

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