Il 12 ottobre il commissario europeo all'agricoltura Dacian Cioloş ha presentato a Bruxelles la riforma della Politica agricola comune (Pac). Secondo Adevărul "la Romania, come altre consorelle dell'est, riceverà più fondi nel periodo 2014-2020. La nuova riforma ha un occhio di riguardo per gli stati [dell'Europa orientale], che riceveranno il 30 per cento in più di sovvenzioni, a scapito dei paesi occidentali".
Le novità principali nel bilancio della Pac [55 miliardi di euro all'anno, ovvero il 40 per cento dell'intero budget Ue], consistono in una semplificazione dei pagamenti individuali, un'aiuto ai giovani che avviano nuove attività e una diminuzione delle restrizioni per gli agricoltori. L'obiettivo della riforma è permettere agli agricoltori di essere più flessibili e adattabili ai mercati.
Inoltre, prosegue il quotidiano romeno, "gli aiuti ai grandi coltivatori avranno un tetto, e le sovvenzioni saranno concesse in funzione della superficie del terreno agricolo effettivamente coltivato e non più della superficie totale o della capacità di produzione. Inoltre il budget assegnato all'innovazione e alla ricerca sarà raddoppiato, mentre il 30 per cento degli aiuti diretti concessi dall'Ue sarà legato alle misure per la protezione dell'ambiente".
In Romania, dove si trova il 32 per cento dei terreni coltivati di tutta l'Unione europea, la riforma è stata accolta favorevolmente. Al contrario, i grandi proprietari terrieri britannici e spagnoli sono preoccupati dalle conseguenze del cambiamento:
"L'Unione europea limiterà gli aiuti ai cosiddetti 'agricoltori da sofà'", titola Público. Secondo il quotidiano spagnolo la Commissione ha intrapreso "una crociata per rivoluzionare gli aiuti all'agricoltura". L'elemento più innovativo della nuova proposta riguarda la riduzione degli aiuti ai grandi proprietari terrieri, soprattutto quelli per i quali l'agricoltura non rappresenta l'attività principale: "questo aspetto colpisce in particolar modo i grandi proprietari come la regina d'Inghilterra o il principe Alberto di Monaco, mentre in Spagna è simbolico il caso della duchessa d'Alba", precisa il quotidiano.