Le prigioni della Cia imbarazzano Varsavia

Pubblicato il 30 Maggio 2011

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"La Cia aveva una prigione segreta in Polonia", titola Gazeta Wyborcza. Il quotidiano si riferisce a una struttura segreta nella località di Szymany, nel nord della Polonia, dove secondo la stampa statunitense, gli attivisti per i diritti umani e il Consiglio d'Europa gli agenti di Washington avrebbero interrogato e torturato alcuni esponenti di spicco di Al Qaeda tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003. Nel 2008 è stata avviata un'indagine ufficiale sulla vicenda, e secondo il quotidiano polacco gli investigatori sono ormai pronti ad accusare alcuni membri del partito Alleanza democratica di sinistra (al potere dal 2001 al 2005) di violazioni costituzionali, carcerazione illegale e concorso in crimini contro l'umanità. Tuttavia due settimane fa il procuratore Jerzy Mierzejewski è stato sollevato dall'incarico, mentre il suo immediato superiore Robert Majewski è stato licenziato. Le prove raccolte dai due, prosegue Gazeta Wyborcza, confermano indirettamente che "alcune basi extra territoriali della Cia" sono davvero esistite in Polonia, cosa che non soltanto "è contro la legge polacca, ma è anche umiliante per il paese". Tutto ciò mette Varsavia, che ambisce a esportare la propria esperienza di transizione democratica in Nord Africa, in una posizione imbarazzante. "Se vogliamo insegnare ad altri come lavarsi le mani prima dobbiamo pulirci le unghie", conclude l'editoriale del quotidiano.

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