La Germania e i rifugiati

Le violenze a Colonia cambiano tutto

La notte di Capodanno, almeno 500 donne hanno denunciato di essere state aggredite, e nella maggior parte dei casi di aver subito molestie sessuali, da un’orda di centinaia di giovani ubriachi, perlopiù “di origine straniera”. La vicenda ha rimesso bruscamente in discussione la politica di accoglienza nei confronti dei rifugiati portata avanti da Angela Merkel.

Pubblicato il 13 Gennaio 2016 alle 11:27

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“La notte di Capodanno potrebbe aver segnato una svolta drammatica”, scrive Der Spiegel. Le violenze sessuali sono state perpetrate su larga scala in diverse città, come se fossero state coordinate da una qualche mano invisibile. Due delle presunte aggressioni di Colonia sarebbero culminate in uno stupro.

Quel che è successo a Colonia – e in misura minore ad Amburgo – la notte di Capodanno e nei giorni successivi “risponde a un copione che in molti temevano si sarebbe realizzato ben prima di come effettivamente è stato. Le paure che accomunavano fautori dell’immigrazione e accesi xenofobi si sono avverate”, commenta il settimanale tedesco.

Secondo alcuni, l’episodio mette definitivamente in luce ciò che si andava dicendo ormai da tempo: la presenza di troppi stranieri nel Paese porta con sé troppi problemi. Per altri, è avvenuto ciò che fin dall’inizio si temeva: ovvero che le tremende immagini di un comportamento terribile da parte dei migranti potessero compromettere la predisposizione in linea di massima positiva che la Germania aveva sempre mostrato nei confronti dei rifugiati.

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Quel che è certo, continua Der Spiegel, è che “si prospettano tempi duri”, che portano con sé almeno due interrogativi:

la Germania è davvero convinta di riuscire a gestire l’afflusso di rifugiati? E in seconda battuta: ha veramente il coraggio e la voglia di diventare il Paese europeo con il più alto numero di immigrati? […] Sembra sia giunto il momento di un dibattito ad ampio spettro sul futuro della Germania, che il mantra della Merkel - “Possiamo farcela” – non è più sufficiente a spegnere. […] Integrazione e politica dell’integrazione, repressione, politica dell’immigrazione, limiti all’ingresso: i fatti di Colonia hanno cambiato radicalmente le dinamiche della politica di Berlino. Per la Cancelliera Merkel e i suoi confidenti il timore è che l’attuale politica nei confronti dei rifugiati diventi sempre più difficile da sostenere.

Almeno a parole, la Cancelliera ha già rivisto la propria posizione. In un suo intervento, straordinariamente a caldo dopo le violenze di Colonia, ha commentato che l’episodio meritava una “dura risposta da parte del governo” e ha definito “senza senso” le voci che la vorrebbero “compiaciuta del fatto che molti profughi si stiano dirigendo verso la Germania”.

Angela Merkel non può però, del resto, neanche deviare troppo dalla sua linea politica iniziale:

se la Germania cominciasse a rispedire gente indietro ai confini, il sistema Schengen che consente il libero attraversamento delle frontiere in Europa collasserebbe.

Ci sono voluti alcuni giorni perché i media cogliessero la reale entità delle violenze di Colonia e Amburgo e della mancanza di risposte da parte delle forze di polizia e delle istituzioni politiche, ma secondo Der Spiegel la prima cosa da fare ora è essere del tutto onesti su quel che è successo e sulla situazione in cui ci si trova:

i tedeschi non sono bambini che vanno protetti dalla verità a fin di bene. E parte della verità è che ai politici piace parlare di integrazione ma ancora non hanno dato segni di aver capito la portata della sfida che sono chiamati ad affrontare. E un altro aspetto ancora della verità è questo: la società tedesca è sempre più divisa.

Traduzione di Chiara Rizzo

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