Berlino, settembre 2010. Un plotone della guardia d'onore della Bundeswehr.

L’Europa depone le armi

La crisi obbliga i paesi europei a tagliare pesantemente le spese militari, lasciando i propri eserciti a corto di uomini e mezzi e mettendo a rischio la propria supremazia tecnologica.

Pubblicato il 25 Ottobre 2010
Berlino, settembre 2010. Un plotone della guardia d'onore della Bundeswehr.

"Dopo essere stata per secoli la caserma del mondo, prima potenza militare egemone e poi campo di battaglia globale, l'Europa [...] taglia i bilanci della difesa, liquida reggimenti gloriosi, smantella navi e portaerei, chiude basi, manda in pensione aerei e carri armati", scrive Andrea Bonannisu Repubblica.

Alle prese con la crisi e la necessità di ridurre la spesa pubblica, la maggior parte dei governi europei ha deciso drastici tagli al bilancio della difesa. Il recente annuncio di simili misure da parte della Gran Bretagna ha provocato la reazione angosciata degli Stati Uniti, che temono di doversi accollare da soli il fardello della Nato.

Oltre alle future missioni militari all'estero, secondo l'ammiraglio Di Paola i tagli mettono a rischio anche la competitività dell'industria militare ad alta tecnologia: "in altre parti del mondo ci sono grossi programmi di sviluppo degli armamenti. La nostra superiorità tecnologica può essere colmata in pochissimo tempo. La superiorità qualitativa va mantenuta a qualsiasi costo, magari sacrificando in parte l'elemento quantitativo".

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