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L’informazione è la più grande “invenzione” dell’umanità: difenderla è proteggere le nostre società

Il 28 settembre si celebra la Giornata mondiale dell'informazione, celebrata in un momento in cui il giornalismo si trova ad affrontare diverse sfide: indebolito, sotto assedio da più parti, eppure più che mai essenziale per la democrazia, la verità e la sopravvivenza delle nostre società. "Supportate i media che vi sostengono!", esorta il fondatore di Project Kontinuum, Branko Brkic.

Pubblicato il 25 Settembre 2025

Il 28 settembre, World News Day, la Giornata mondiale dell'informazione, vale la pena ribadire perché l’informazione è così fondamentale per le nostre società e per il funzionamento delle nostre democrazie. 

Il mondo nel quale viviamo è sempre più basato sull'informazione, a volte quasi esclusivamente, e i media sono la sua infrastruttura primaria. Come per l'acqua e l'energia, spesso ne notiamo la mancanza solo quando il servizio viene interrotto. Lo stesso vale per le notizie affidabili: solo quando scompaiono ci rendiamo conto di quanto la nostra vita quotidiana dipenda dalla costante fornitura di informazioni attendibili.

L'intelligenza artificiale è una parte importante del nostro futuro comune, ma non sarà una panacea per tutti i problemi che incontriamo. Un algoritmo non può ancora sostituire un reporter agguerrito o una giornalista investigativa esperta.

Sono gli esseri umani a fare la differenza, perché solo loro possono mettere empatia, senso morale e tenacia nella ricerca della verità. Con il crollo delle vecchie istituzioni, molte delle quali sono già scomparse senza essere sostituite, questo compito diventa ogni giorno più complesso.

In questo momento particolarmente delicato il dovere degli organi di informazione, il loro lavoro quotidiano e la loro stessa esistenza appaiono più importanti che mai. Se vogliamo continuare a mantenere fede alla nostra missione in quanto giornalisti dobbiamo riflettere a lungo e seriamente sul futuro.

È chiaro che, con urgenza, dobbiamo riaffermare il patto che lega gli organi di informazione alle comunità nelle quali operiamo; rafforzare il nostro impegno personale nei confronti di ogni singolo lettore, spettatore e ascoltatore; mantenere la rotta mentre il terreno sotto i nostri piedi vacilla. Facciamo del nostro meglio per essere i guardiani della linea che separa il presente da un futuro distopico, ma fin troppo realistico.

Mentre leggete queste righe il giornalismo è sospeso in modo precario tra il vecchio e il nuovo mondo; parte integrante della storia e della trasformazione che sta ridefinendo la nostra umanità; forza di cambiamento, eppure a sua volta esposto al rischio di diventare una reliquia del passato. 

Quello che un tempo era un'attività redditizia e confortevole si è ora trasformata in un settore in difficoltà e dal futuro incerto.


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Di fronte a queste trasformazioni il vecchio modello di business dei media è rapidamente invecchiato e uno nuovo ancora non si intravede all'orizzonte. Quando le redazioni chiudono le società perdono i loro guardiani, la corruzione prospera e la verità ha sempre meno difensori.

Noi che lavoriamo nei media non guadagniamo praticamente più nulla, gli abusi sono la norma e la nostra sopravvivenza a lungo termine è minacciata. La precarietà finanziaria bussa alle porte di tutti.

Autocrati, Big Tech, influencer e industrie di ogni tipo sono ancora i principali consumatori di notizie, anche se molti di loro sostengono che il giornalismo non abbia più alcuna importanza. I lettori “comuni” potrebbero non saperlo, ma in ogni discussione, ogni dibattito, ogni intesa e ogni decisione presa, la componente significativa – e il più delle volte decisiva – è stata a lungo l’informazione fornita dai media.

Per molti decenni il giornalismo è stato un difensore dei valori democratici condivisi a livello internazionale e del sistema basato sulle regole che hanno definito la nostra civiltà e sostenuto un periodo di crescita e prosperità mondiale senza precedenti, anche se distribuito in modo non uniforme. Noi eravamo lì in ogni fase del percorso: per denunciare le violazioni dei diritti umani, l'orrore dei conflitti armati, l'ingiustizia della corruzione e molto altro ancora.

È altamente improbabile che torneremo mai ai “vecchi” tempi: il progresso tecnologico sta inaugurando una nuova era che altera i fondamenti stessi della nostra vita sociale. Eppure, indipendentemente dalla forma che assumerà la nostra “nuova” civiltà, questa dovrà comunque basarsi su notizie affidabili: è l’unico terreno saldo su cui si può costruire qualcosa di duraturo.


Quando le redazioni chiudono le società perdono i loro guardiani, la corruzione prospera e la verità ha sempre meno difensori


Come umani ci siamo evoluti perché siamo stati in grado di trasmettere delle informazioni alla generazione successiva. L'informazione è la migliore e forse la più potente tecnologia che abbiamo mai inventato.

Ma non possiamo creare o ricreare alla cieca, brancolando nel buio. Non sono solo le democrazie a morire nell'oscurità, ma intere civiltà.

Il messaggio dei media nella Giornata mondiale dell'informazione non mira a salvare i posti di lavoro nel settore, ma a salvare ciò che tutti noi abbiamo costruito nel corso di migliaia di anni. Vale la pena lottare per la nostra civiltà.

In momenti come questi la verità e la fiducia sono essenziali.

E il modo migliore per rispettare sé stessi è prestare attenzione alle fonti e alle persone di cui ci si fida. Sostenete le notizie che vi sostengono. Iscrivetevi alle newsletter, abbonatevi, condividete, difendete la verità. 

Scegliete un giornalismo attendibile, perché senza di esso la luce si spegnerà per tutti noi.

Questo articolo è stato commissionato nell'ambito della campagna World News Day, un'iniziativa volta a mostrare il valore del giornalismo.

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