L’occupazione non dà la felicità

Pubblicato il 31 Ottobre 2013 alle 11:07

Cover

“La Germania è un paese di stressati”, titola Die Welt Kompakt. “Oltre la metà dei tedeschi si sente sotto pressione sul posto di lavoro, in famiglia e a causa di preoccupazioni finanziarie”. Secondo i risultati di un sondaggio dell’istituto Forsa pubblicato il 30 ottobre, le donne tra i 35 e i 45 anni “soffrono perché sono troppo esigenti con se stesse e non possono conciliare la carriera con la cura dei figli”.
“Il lavoro è diventato il fattore di stress numero uno”, spiega Die Welt, mentre Handelsblatt parla di “miracolo dell’occupazione” e sottolinea che 42,2 milioni di tedeschi hanno un lavoro, una cifra mai raggiunta dall’unificazione. Negli ultimi 5 anni sono stati creati 1,5 milioni di posti di lavoro, e secondo uno studio dell’istituto Ifo il boom dovrebbe continuare.
Davanti a queste cifre, la Frankfurter Allgemeine Zeitung non comprende l’inquietudine dei tedeschi:

soltanto i tedeschi possono essere così: per la prima volta 42 milioni di persone hanno un lavoro, eppure l’opinione pubblica continua a lamentarsi delle condizioni del mercato del lavoro. Non esiste governo sulla terra che non scambierebbe immediatamente la nostra situazione con quella del suo paese, e mentre il mondo intero cerca di copiare “il miracolo del lavoro tedesco”, i suoi creatori perdono di vista il quadro d’insieme.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

Hai avuto accesso all’articolo completo.

Ti va di sostenere il nostro lavoro? Voxeurop dipende dagli abbonamenti e dai contributi di chi lo legge.

Scopri le nostre offerte a partire da 6 euro al mese e i vantaggi riservati a chi si abbona.
Mi abbono

Oppure dai un contributo libero per rafforzare la nostra indipendenza.
Do il mio contributo

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni un giornalismo che non si ferma ai confini

Approfitta delle offerte di abbonamento oppure dai un contributo libero per rafforzare la nostra indipendenza

Sullo stesso argomento