"Si (ri)comincia oggi": tre settimane dopo "l'accordo del 21 luglio" - e 428 giorni dopo le elezioni del giugno 2010 - riprendono i lavori per la formazione di un nuovo governo. Le Soir annuncia la ripresa dei negoziati tra i socialisti, i verdi, i liberali e i cristiano-democratici francofoni e fiamminghi, sotto l'egida del "formatore" Elio Di Rupo. I leader politici belgi, fatta eccezione per il nazionalista fiammingo Bart De Wever che ha abbandonato il negoziato, "si avviano verso il momento fatidico per il Belgio, quello del 'o la va o la spacca'".
Il quotidiano di Bruxelles ricorda che la ripresa del negoziato "arriva in un momento di grave crisi che non è limitato al nostro piccolo paese": Stati Uniti degradati, tumulti a Londra, proteste nelle piazze del continente. "Per i leader degli otto partiti seduti al tavolo non si tratta più solamente di salvare lo stato belga, ma di partecipare attivamente al salvataggio globale, alla reinvenzione all'ultimo momento di un nuovo modello sociale e di sviluppo", sottolinea Le Soir parlando di "riunione churchilliana". "Speriamo che i nostri leader si rendano conto della gravità del momento. La storia ci chiama", conclude il quotidiano.