Questo testo è stato diffuso durante il picnic paneuropeo organizzato da EuropaNow! a Ferrara il 6 ottobre 2018, a margine del festival di Internazionale.
Cari amici, mancano cinque minuti alla mezzanotte. Fra cinque anni, alle europee del 2024 e delle prossime elezioni politiche, le nuove destre estreme possono affermarsi a sufficienza da prendere il controllo dell’Unione o da diventare, comunque, preponderanti.
Possono farlo perché nessuna delle due grandi correnti che avevano dominato lo scacchiere europeo dal Dopoguerra, la democrazia cristiana e i socialdemocratici, non hanno più forza di attrazione. Sembrano l’una e gli altri intellettualmente esausti, mentre le nnuove destre hanno dalla loro la novità e la semplicità delle loro proposte.
Il rapporto di forza tra il capitale e il lavoro si è invertito? Chiudiamo le frontiere.
Gli arcaismi dell’islam preoccupano, e non solo a destra? Lasciamo perdere la laicità e torniamo ai nostri stati cristiani.
Gli elettori non vogliono più immigrazione? Lasciamo affondare i barconi dei profughi.
La globalizzazione dell’economia scuote le nostre società? Usciamo dall’Unione europea.
Ovviamente, tutto ciò è assurdo, indegno o entrambe le cose. Ma funziona, perché è semplice, corto, e dà più soddisfazione dell’assenza di risposte o dei sempiterni “è più complicato di quanto sembri”.
A sinistra come a destra i democratici hanno bisogno oggi di riarmarsi intellettualmente e moralmente. Ci vorrà del tempo, troppo tempo. Allora, nel frattempo, finché la discussione intorno alle idee non sarà sfociata nell’emergenza di nuove forze, di nuovi partiti dell’ordine e del movimento, dobbiamo metterci in posizione di resistenza. Dobbiamo, detto altrimenti, sistematicamente favorire i fronti comuni fra tutte le democrazie contro le forze oscurantiste.
Certo, non è esaltante. No, non lo è affatto. Ma prima che sia mezzanotte, noi non dobbiamo difendere le identità politche in gestazione. Quel che dobbiamo difendere è la libertà.
Il video del picnic paneuropeo organizzato da EuropaNow! a margine del festival di Internazionale a Ferrara il 6 ottobre 2018: