Da circa un mese la Georgia è scesa in piazza. Lo scorso 3 aprile il governo guidato dal partito Sogno Georgiano dell'oligarca filorusso Bidzina Ivanishvili ha deciso di rimettere all'ordine del giorno il disegno di legge sugli “agenti stranieri”. I georgiani e le georgiane manifestano per denunciare un provvedimento che considerano repressivo e che minaccia l'adesione all'Unione europea del paese, che nel dicembre del 2023 ha ottenuto lo status di candidato all'adesione.
Ricalcato sulla legge russa del 2012, il testo sugli “agenti stranieri”, che dovrebbe essere adottato in lettura finale il 13 maggio, obbligherebbe le ong e i media indipendenti che ricevono più del 20 per cento delle loro entrate da donatori stranieri a registrarsi come organizzazioni “che rappresentano gli interessi di una potenza straniera”. In quanto tali, sarebbero soggette al controllo del ministero della giustizia e potrebbero essere costrette a divulgare informazioni sensibili pena pesanti multe.
Le manifestazioni, che vedono soprattutto giovani in piazza, sono sfociate in scontri con la polizia e, più recentemente, con gruppi non identificati ritenuti vicini al partito al potere.
Le foto di Shota Kincha e Mariam Nikuradze, del media indipendente OC Media, raccontano queste giornate.
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