Noi e i greci

Pubblicato il 2 Aprile 2010

Se Dio avesse detto agli uomini di cavarsela da soli, i greci sarebbero i primi a rispettare il comandamento: stanchi di attendere che l’Ue si preoccupi del loro destino, hanno preso in mano la situazione e hanno cominciato a fare acquisti in Bulgaria. Dai loro vicini poveri del nord i prezzi sono infatti un vero affare per loro. E i bulgari sono perfino disposti a imparare la loro lingua per attrarli. Una splendida lezione di pragmatismo e di solidarietà, mentre i leader dei ventisette sono incapaci di prendere una decisione cruciale.

Invece di attendere un aiuto che non arrivava, e che forse arriverà troppo tardi, i greci hanno adottato un vecchio sistema ben conosciuto dai cittadini dei paesi ex comunisti. All’epoca, piuttosto che sopportare i sacrifici imposti dai regimi nel nome del socialismo, romeni e cecoslovacchi andavano a fare acquisti dai loro vicini ungheresi, polacchi o jugoslavi, dove gli scaffali erano pieni di beni a prezzi accessibili. L’istinto di sopravvivenza ha così avuto la meglio sui precetti della moderazione socialista.

Si tratta di una lezione di solidarietà di cui i paesi dell’Europa occidentale dovrebbero tenere conto nel momento in cui sono esortati a muoversi in aiuto alla Grecia. Il loro comportamento evoca un mito greco raccontato da Senofonte: Kakia, incarnazione del vizio – paragonabile alla maggior parte dei paesi della zona euro – offre a Ercole ricchezza e piaceri a patto che non si preoccupi per la sorte del suo prossimo. Areté, la virtù – in questo caso la Germania – gli propone invece di lottare contro il male per conquistare la gloria: se vuole l’onore dovrà servirla, e il bene che desidera dovrà innanzitutto donarlo. Ercole esita, poi decide di seguire la virtù. Così anche l’Unione è lacerata di fronte a due opzioni: la solidarietà verso i partner in difficoltà – oggi la Grecia, domani il Portogallo o la Spagna – o la necessità di impartire una lezione, affinché quanto accade non abbia a ripetersi e altri non provino la tentazione di seguire la stessa strada.

Dopo anni di noncuranza, è giunto per la Grecia il momento di saldare i propri conti. Aspettando che le misure adottate dai governi diano i loro frutti, i greci hanno iniziato a tirarsi fuori dai guai da soli. "Aiutati che il ciel t’aiuta" è sempre meglio che restarsene con le mani in mano. (ab) Iulia Badea Guéritée

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