Venticinque anni esatti dopo l'assassinio di Olof Palme "ecco come la Svezia ricorda l'omicidio", titola Svenska Dagbladet. Il quotidiano ripropone la prima pagina del 28 febbraio 1986 e sottolinea come l'evento abbia cambiato profondamente la società svedese: "il fatto che il primo ministro stia stato ucciso in strada [in pieno centro di Stoccolma] ha cancellato per sempre l'immagine della Svezia come paese sicuro". L'assassinio in circostanze simili del ministro degli esteri Anna Lindh nel 2003 ha poi contribuito a "instaurare permanentemente l'idea di un paese dove le più alte cariche dello stato possono essere uccise". La Svezia "non si è più ripresa dal trauma", e a ciò ha contribuito anche il fatto che l'omicida non sia mai stato identificato: secondo uno psicologo delle catastrofi dell'università di Uppsala, infatti, "una crisi non può chiudersi fino a quando tutte le questioni in sospeso non sono state risolte".
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