“Una prima pagina bianca, per testimoniare ai lettori e al Paese che ieri è intervenuta per legge una violenza nel circuito democratico”. La Repubblica protesta così contro l’approvazione da parte del Senato della “legge bavaglio” sulle intercettazioni, contro cui ha condotto nelle ultime settimane un’intensa campagna d’opinione. La legge, votata ieri dopo l’uscita dei senatori del Pd dall’aula, limita a 75 giorni la durata delle intercettazioni, consente ai media di pubblicarne solo i riassunti e prevede multe dai 300mila ai 450mila euro per chi non la rispetta. Ora dovrà passare l’esame della Camera, ma in caso di esito incerto il governo dovrebbe ricorrere di nuovo alla fiducia. Le nuove norme si applicherebbero anche ai processi già in corso, limitando la visibilità delle inchieste per corruzione che negli ultimi mesi hanno messo in difficoltà diversi esponenti della maggioranza. I giudizi dei giornali non legati al governo sono critici. “Ora cala il sipario”, è il commento de La Stampa, secondo cui dietro la legge c’è “la volontà urgente della politica di mettersi al riparo dagli scandali, per garantirsi un tranquillo futuro di impunità e mani libere.”
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