Dimissioni di Victor Ponta

“Questa volta la piazza chiede di cambiare il modo in cui si fa politica in Romania”

Per i giornali romeni le dimissioni del premier Victor Ponta, il 4 novembre, all'indomani di una serie di manifestazioni a Bucarest e in altre città in seguito alla morte di 32 persone nell'incendio di una discoteca della capitale, è emblematica del clima di sfiducia nei confronti della politica.

Pubblicato il 6 Novembre 2015

Secondo i dismostranti, la tragedia è stata provocata dall'incuria e dalla corruzione del sindaco del distretto dove si trova il locale, un fenomeno molto diffuso nel paese e che volevano denunciare, sottolineano i principali giornali. Il 5 novembre, il presidente della repubblica Klaus Iohannis ha nominato primo ministro ad interim il ministro dell'Istruzione, il tecnico Sorin Cimpeanu. Questa rassegna è stata pubblicata originariamente su Internazionale.

România liberă scrive che sono state le migliaia di persone scese in strada la sera del 3 novembre per denunciare la corruzione e il suo ruolo nell’incendio della discoteca Colectiv a spingere Ponta a dimettersi. Per il quotidiano,

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hanno chiesto le dimissioni e soprattutto il cambiamento. "Non ce ne torniamo a casa, i nostri morti non lo permettono’ era uno degli slogan ripetuti per tutta la notte del 3 novembre. L’indomani, quando molti di quelli che protestavano ancora dormivano, un sindaco e un intero governo erano caduti."

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È stato il capo del Partito socialdemocratico, Liviu Dragnea, ad annunciare per primo le dimissioni di Ponta, del quale voleva sbarazzarsi da tempo, sottolinea Adevărul. Nell’editoriale Daniel Gorgonaru sostiene che è chiaro che la rivolta della piazza non ha colore politico né ideologia:

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in compenso, ha dei principi chiari. No alla corruzione, no all’incompetenza, no alla demagogia, no alle bugie. […] Le dimissioni del governo Ponta sono una prima battaglia vinta, ma non la guerra. E le domande delle piazze non sono negoziabili.

Evenimentul zilei osserva che è stata la piazza a cacciare il premier, un fenomeno che sta dientando abituale in Romania, sottolinea l’editorialista Ion Cristoiu:

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In tutti i paesi civili del mondo le tensioni sociali e l’erosione del governo trovano una soluzione nelle elezioni anticipate. Da noi, siccome queste ultime sono praticamente impossibili, da 25 anni si ivocano le piazze per rovesciare i governi.

La Romania è governata dalla piazza, ritiene anche Libertatea, secondo il quale i goveri sono ormai alla mercé delle proteste. “La società civile sembra più matura”, scrive,

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quando si arrabbia, può far cadere dei governi. Questa volta però chiede di più che un semplice cambio di governo: chiede che cambi il modo in cui si fa politica in Romania.

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