I ventisette, riuniti oggi a Bruxelles per il Consiglio europeo, dovrebbero dare il via libera all'apertura dei negoziati per l'adesione dell'Islanda all'Unione. Tuttavia, nota Le Figaro, "se tra gli europei il sostegno nei confronti di Reykjavik è 'solido', in Islanda l'Ue non riscuote affatto un successo unanime". Alla fine del 2008, nel momento peggiore della crisi che aveva messo in ginocchio la loro economia, gli islandesi vedevano l'Unione europea come una sorta di salvagente. Oggi però, continua il quotidiano parigino, "con il contenzioso tra Londra e L'Aia sulla banca Icesave ancora da risolvere, sono molto più scettici: più del 60 per cento degli intervistati si è dichiarato contrario all'adesione. Non solo: secondo un altro sondaggio il 57 per cento degli islandesi vuole che la candidatura del loro paese a membro dell'Unione europea sia ritirata immediatamente. Di recente un gruppo di deputati provenienti da diversi partiti ha depositato in Parlamento una mozione in tal senso. Per i due terzi della popolazione, i 990 milioni di corone [6,2 miliardi di euro] assegnati al processo di adesione sarebbe state spese meglio in altro modo."
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