Idee Elezioni europee 2024

Per una rivoluzione europea della speranza

A un anno dalle elezioni europee, una coalizione di accademici, artisti, attori della società civile, del settore pubblico e privato chiede una "Rivoluzione della speranza" – per affrontare le molteplici sfide e mantenere il futuro dell'Europa nelle nostre mani.

Pubblicato il 9 Maggio 2023 alle 08:00

Immaginate di camminare per strada, fermare una persona a caso e chiederle cosa pensa dell'Europa. Nei primi anni Cinquanta, una troupe televisiva fece proprio questo e un anziano contadino rispose: "Beh, se è per la pace, va bene". Sessant'anni dopo, la stessa domanda è stata posta a una donna ucraina.

Siamo nelle settimane che seguono la "Rivoluzione della Dignità" che ha avuto luogo a Kiev nel 2014. La donna ha mostrato con orgoglio un'enorme distesa di grano e ha detto che, grazie ad esso, tutta l'Europa avrebbe potuto essere nutrita. Tuttavia, la tenerezza con cui pronunciava la parola “Europa" non sembra più così comune nell'Ue.

Nel dibattito pubblico, la parola 'Europa' è ora spesso associata a cattive notizie, contraddizioni o, nel migliore dei casi, a grandi problemi globali da risolvere.

Eppure, negli ultimi anni, questa “Europa" ha significato molto quando abbiamo avuto bisogno di solidarietà durante la pandemia di Covid e di azioni coordinate per affrontare la guerra e la crisi climatica. Alle elezioni europee del 2024, l'Europa si troverà in una situazione radicalmente diversa rispetto a cinque anni fa. Scossa da queste crisi e sfide, la società europea si trova ad un bivio storico. Siamo di fronte a un numero crescente di forze che amplificano la divisione, la paura e le ingerenze, e che agiscono con sempre maggiore forza contro l'unità e la solidarietà europea.

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Possiamo lasciarle andare avanti senza combattere? Per ora, il nostro destino è nelle nostre mani, ma lo sarà anche domani?

Secondo un sondaggio Eurobarometro, i tre valori principali che l'Europa dovrebbe difendere sono la democrazia, i diritti umani e la libertà di espressione. Tuttavia, il libero flusso di idee comporta anche il pericolo della disinformazione. In un sondaggio del Consiglio d'Europa, l’82 per cento degli intervistati ha citato le "fake news" come una delle principali preoccupazioni e minacce alla democrazia. Non si tratta di un fenomeno nuovo, poiché abbiamo visto l'impatto delle ingerenze straniere sulle campagne elettorali in Europa e negli Stati Uniti, in particolare nel 2016, ma anche più recentemente.

Da Cutro a Kiev

Dalla Seconda guerra mondiale, la democrazia, la libertà di movimento e di espressione, la crescita economica, lo scambio culturale, ma anche l'amicizia e l'amore, sono sorti dove un tempo passavano gli eserciti. Eppure molti europei potrebbero avere difficoltà a vedere tutto questo, a notare che l’Unione Europea è un punto di riferimento ambizioso per molte persone nella regione. Siamo il continente con il più grande mercato economico, il sistema di protezione sociale più completo, il più sicuro sotto ogni aspetto, e tutto questo grazie a questo progetto politico unico.

L'Europa è nata sui confini di stati che erano abituati a guerreggiare tra loro e che hanno deciso di abbattere le barriere, di affrontare il loro passato e di guardare al futuro con fiducia. Infatti, parafrasando il sociologo Abdelmalek Sayad, ciò che accade ai confini di una comunità è lo specchio delle "contraddizioni più profonde di una società, della sua organizzazione politica e delle sue relazioni con altre società". Questi confini, che un tempo passavano per Verdun e la Somme, oggi si trovano altrove, da Cutro a Kiev.

Per non parlare dei confini tra i vincitori e i vinti di una globalizzazione non sufficientemente regolata, spesso segnati dai centri economici e dalle periferie europee. Le contraddizioni vive che definiscono i nuovi “confini" devono essere affrontate per recuperare lo scopo e lo spirito originario del progetto europeo.

Secondo l'Eurobarometro, i sentimenti predominanti tra gli europei sono, nell'ordine, l'incertezza, la frustrazione, l'impotenza, la rabbia e la paura – tutti sentimenti che alimentano le divisioni nel continente. Ma per più di un europeo su tre, il sentimento è piuttosto la speranza. Non una speranza vuota e trasognata, ma una speranza attiva e determinata. La speranza che spinge tanti europei, all'interno e all'esterno dell'UE, a continuare a lottare per i valori europei, anche a rischio della propria vita. L'Europa deve essere all'altezza di questa speranza di libertà.


I sentimenti predominanti tra gli europei sono, nell'ordine, l'incertezza, la frustrazione, l'impotenza, la rabbia e la paura – tutti sentimenti che alimentano le divisioni nel continente. Ma per più di un europeo su tre, il sentimento è piuttosto la speranza


Ecco perché, un anno prima di elezioni cruciali nel nostro continente, di fronte a tante forze che cercano di creare una dinamica basata su emozioni negative e divisioni, vogliamo costruire un fronte alternativo, capace di proporre un'altra strada, una via concreta per trasformare e rivitalizzare l'Europa e la sua democrazia.

Un percorso che inizia ascoltando coloro che porteranno il peso del futuro sulle loro spalle: i giovani cittadini europei. Nell'era dei social media, i giovani sono particolarmente esposti alla disinformazione e sono stati fortemente colpiti da eventi recenti come pandemie, guerre, inflazione e cambiamenti climatici.

Puntiamo a rafforzare il dialogo positivo tra i giovani cittadini, al di là delle frontiere e delle barriere linguistiche – in tutta la loro diversità. Mireremo a riorientare il dibattito politico sulle priorità dei giovani, per ricostruire la fiducia. E creare una maggiore titolarità e mettere le loro priorità per il futuro dell'Europa al centro della campagna 2024, sostituendo l'agenda della paura e della divisione con la loro "Agenda della speranza".

Ecco come l'Europa e la speranza torneranno a suonare: EurHope. Oggi, invitiamo tutti i giovani cittadini, tutti i membri della società civile, tutti gli Stati membri, le città e le regioni e tutte le organizzazioni impegnate a unirsi alla Rivoluzione della Speranza!

I firmatari:

Gian Paolo ACCARDO, Fondatore e Direttore di Voxeurop; Alberto ALEMANNO, Professore Jean Monnet presso HEC Paris, Fondatore di The Good Lobby; Antonio ARGENZIANO, Presidente di JEF; Frédéric BAILLY, Vicepresidente esecutivo di Groupe SOS, Segretario generale del Patto di Alleanza per l'Impatto; Mikulás BEK, PhD, Ministro degli Affari Europei della Repubblica Ceca; Laurent BERGER, Segretario Generale della Confederazione Democratica del Lavoro francese (CFDT), Presidente della Confederazione Europea dei Sindacati; Gabriele BISCHOFF, Membro del Parlamento Europeo; Jean Marc BORELLO, Fondatore e Presidente del Groupe SOS; Damian BOESELAGER, Membro del Parlamento europeo; Gilbert BOURSEUL, Amministratore delegato di TOPICS; Maroua BOUZAIDA, Vicepresidente di Toulouse Métropole, responsabile della partecipazione dei cittadini; Mercedes BRESSO, Membro del Parlamento europeo, ex Presidente del Comitato europeo delle Regioni; Jeanne BRETÉCHER, Presidente di Social Good Accelerator; Flavio BRUGNOLI, direttore del Centro Studi sul Federalismo; Marco CAPPATO, Presidente di EUMANS, ex membro del Parlamento europeo; Karine CAUNES, Capo redattore dell'European Law Journal; Daniel COHN-BENDIT, ex membro del Parlamento europeo; Fabio COLASANTI, ex Direttore generale della Commissione europea; Alicia COMBAZ, CEO di Make. org; Olivier COSTA, Ricercatore del CNRS, Professore del Collegio d'Europa; Axel DAUCHEZ, Presidente di Make. org; Pier Virgilio DASTOLI, Presidente del Movimento Europeo Italiano; Valérie DECAMP, Amministratore delegato di Mediatransports; Tremeur DENIGOT, Co-Presidente di CIVICO Europa; Adrien DUGUET, Presidente dell'associazione Civic Tech Europe; Eva EISLER, Professoressa, designer e artista; Virginia FIUME, Co-Presidente di EUMANS; Cynthia FLEURY, Filosofa e psicoanalista; Martial FOUCAULT, Direttore di CEVIPOF; Malte GALLÉE, Membro del Parlamento Europeo; Sandro GOZI, Membro del Parlamento Europeo, Presidente di UEF; Veera HEINONEN, Direttore, Democrazia e Partecipazione, Fondo Finlandese per l'Innovazione Sitra; Gergely KARACSONY, Sindaco di Budapest; Guillaume KLOSSA, Co-Presidente di CIVICO Europa, Fondatore di Europa Nova; Luca JAHIER, Vice-Presidente del Gruppo Semestre Europeo, ex Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo; Benedek JÁVOR, ex Membro del Parlamento Europeo; Zora JAUROVA, Produttrice, drammaturga, esperta di politica culturale e industria creativa; Christophe LECLERCQ, fondatore della rete mediatica EURACTIV e del MediaLab of Europe; Nathalie LOISEAU, Membro del Parlamento Europeo, ex Ministro francese per gli Affari Europei; Biliana KOTSAKOVA, avvocato, difensore dei diritti umani; Robert MENASSE, scrittore; Isabelle NEGRIER, Direttore Generale di EuropaNova; Ignacy NIEMCZYCKI, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Bronislaw Geremek; Bertrand PANCHER, Membro dell'Assemblea Nazionale Francese, Presidente di "Décider ensemble"; Clémence PÈNE, Vicepresidente di "A Voté"; Francesca RATTI, ex Vicesegretaria Generale del Parlamento Europeo; Jacques RUPNIK, Direttore Emerito della Ricerca, Sciences Po, ex consigliere di Vaclav Havel; Emma SMETANA, artista, performer, giornalista; Claus Haugaard SORENSEN, Presidente dell'iniziativa Global Executive Leadership, ex Direttore Generale della Commissione Europea; Nathalie TOCCI, Direttrice dell'Istituto Affari Internazionali; Inga WACHSMANN, Presidente di Citizens for Europe.


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