La risposta sopra le righe del governo francese alle critiche della commissaria Ue Viviane Reding ha segnato un'escalation nel confronto sull'espulsione dei rom, soprattutto dopo che al Consiglio europeo del 16 settembre il presidente francese ha trovato una sponda in Silvio Berlusconi.
Ma oltre che per i nomadi, il neonato fronte franco-italiano potrebbe rappresentare un problema per la nozione stessa del diritto europeo. I due leader infatti hanno messo in discussione la legittimazione delle istituzioni europee a sanzionare le sue violazioni da parte dei governi nazionali, nota Barbara Spinelli su La Stampa.
"Quel che evidentemente hanno dimenticato, è che nel dopoguerra la Comunità nacque proprio per questo: per creare un nuovo diritto sovrannazionale, grazie al quale gli Stati non possono più compiere misfatti nel chiuso delle piccole patrie sovrane".
Di fronte a queste pressioni, la debolezza della Commissione non sembra capace di resistere a lungo: "L’esecutivo di Barroso avrebbe obbedito alla politica privatizzata, se il Parlamento europeo non avesse condannato le pratiche d’espulsione con voce alta".
Visto dalla Germania
La sconfitta dello spirito europeo
"Sarkozy, la Merkel e i populisti d'Europa" hanno il vento in poppa, sottolinea amaramente la Süddeutsche Zeitung constatando la "morte dello spirito europeo e la ribalta del nazionalismo". Secondo il quotidiano tedesco Sarkozy è solo uno dei vari "politici europei che non hanno il coraggio di affrontare dei rischi davanti ai propri elettori".
"Super-Sarko", l'uomo che ha salvato il trattato di Lisbona all'inizio della sua presidenza e ha spinto l'Unione europea a reagire con tempestività alla crisi finanziaria", è diventato "un enfant terrible e un concorrente di Silvio Berlusconi". Per quanto riguarda Angela Merkel, prosegue la Süddeutsche Zeitung, va detto che durante la crisi greca ha dimostrato "di non essere affatto simile a Helmut Kohl ".
Merkel e Sarkozy non sono più uno stimolo per l'Europa, e anzi dimostrano di voler soltanto "adottare atteggiamenti nazionalisti". Sembra che in Europa "nessun politico voglia oltrepassare con coraggio gli interessi nazionali", conclude il quotidiano tedesco.