Due anni dopo l’esplosione di un deposito di armi che l’11 luglio 2011 ha provocato 13 morti e decine di feriti, il 9 luglio l’ex ministro della difesa Costas Papacostas è stato riconosciuto colpevole di omicidio dal tribunale di Larnaca, mentre diversi responsabili dei servizi di soccorso sono stati dichiarati colpevoli di negligenza.
Le munizioni esplose facevano parte di uno stock destinato alla Siria, sequestrato dalle autorità nel 2009 e depositato senza precauzioni in una base navale. L’esplosione causata da un incendio nei cespugli aveva distrutto anche la principale centrale elettrica dell’isola, causando un rallentamento dell’economia e una perdita stimata di 2,4 miliardi di euro.
In occasione dell’anniversario dell’incidente “il presidente Nikos Anastasiadis ha presentato le scuse dello stato e ha riconosciuto il ruolo delle decisioni politiche e delle omissioni nella morte dei 13 eroi di Mari”, scrive Politis.
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