La Slovenia elegge eurodeputati dal 2004, quando è entrata a far parte dell’Unione europea. In tutti questi anni la partecipazione slovena al processo democratico europeo è stata caratterizzata da una bassa affluenza, solitamente tra il 28 e il 29 per cento.
Nel 2014 è stato raggiunto il record negativo, il 24,55 per cento, mentre alle ultime elezioni sono emersi lievi segnali di crescita. Il partito di governo Gibanje Svoboda (Movimento per la Libertà), guidato dal primo ministro Robert Golob e legato al gruppo Renew Europe (liberale), vorrebbe incrementare l’affluenza.
In quest’ottica, il governo ha indetto tre referendum che si svolgeranno in contemporanea con il voto europeo: uno sul diritto all’eutanasia, uno sull’introduzione di un nuovo sistema di voto e uno sull’uso di cannabis. La speranza è che questi temi possano mobilitare buona parte dell’elettorato di sinistra e liberale, che di solito diserta le elezioni europee.
In Slovenia il voto alle europee, strategico, è basato sull’appartenenza politica interna, con gli elettori che votano il loro partito di riferimento; è per questo che la destra, potendo contare su un elettorato più disciplinato, ottiene abitualmente un successo maggiore alle europee.