“I deputati europei anti-Strasburgo, che sostengono il raggruppamento di tutte le attività parlamentari a Bruxelles, hanno vinto una battaglia”, constata Les Dernières Nouvelles d’Alsace all’indomani del voto del Parlamento europeo a favore del rapporto Fox-Häfner sulla “determinazione delle sedi delle istituzioni dell’Unione europea”. Tuttavia, sottolinea il quotidiano di Strasburgo, “gli anti-Strasburgo non hanno raggiunto i 500 voti previsti, fermandosi a 483. 141 deputati hanno votato contro il testo, e 34 si sono astenuti perché la proposta non prevede alcuna alternativa per Strasburgo e i locali del Parlamento europeo”.
Secondo il Sole 24 Ore si tratta di un dibattito “interessante”
non solo perché il voto di oggi punta il dito contro un'anacronistica inefficienza. Giunge mentre il Parlamento sta assumendo un ruolo sempre più influente nel processo decisionale europeo. Finora i governi hanno potuto eludere le sue richieste, ma mentre il peso politico dell'assemblea rispetto al Consiglio sta cambiando rapidamente, è probabile che il voto di oggi non potrà essere completamente ignorato nelle capitali nazionali.
“Nessuno può negare il costo rappresentato da due palazzi giganteschi di cui uno, quello di Strasburgo, viene utilizzato soltanto 45 giorni all’anno e dev’essere affittato, riscaldato e curato”, ricorda la giornalista Anne Blanpain sul sito della Radiotelevisione belga francofona (Rtbf). “Bisogna mettere fine a questo festival della malafede attorno alla delicata questione”.
Sorvoliamo sulla teoria secondo cui Strasburgo non è in grado di accogliere adeguatamente il parlamento, […] ma sorvoliamo anche sulle elucubrazioni di alcuni pro-Strasburgo. […] Per loro Bruxelles equivale a burocrazia, Consiglio, Commissione, mentre Strasburgo è democrazia, cittadinanza e dunque Parlamento. Beh, se fossi in loro avrei aggiunto amore, gioia di vivere, fraternità, farfalle e fiorellini.
Secondo Trouw
la sede del Parlamento europeo a Strasburgo è diventata un simbolo antieuropeo, e la tendenza continua rafforzandosi sempre di più. I camion e i faldoni che fanno avanti e indietro ogni mese tra Bruxelles e Strasburgo continuano ad apparire sugli schermi televisivi come testimonianza di un’Unione europea burocratica, inefficace e stupida.