Benzina in un senso, droga nell'altro: la frontiera ceco-tedesca è al centro di numerosi traffici illeciti che la polizia e i doganieri dei due paesi seguono con sempre maggiore attenzione. "La benzina non tassata passa dalla Germania alla Repubblica ceca", osserva Hospodářké Noviny:
Ogni giorno 40-50 camion pieni di carburante lasciano la raffineria bavarese di Ingolstad, in parte di proprietà di un'impresa russa, e vanno a rifornire le stazioni di servizio ceche a dei prezzi imbattibili: 1,32 euro al litro invece di 1,42.
La polizia e la dogana indagano su una probabile evasione fiscale di diverse decine di milioni di euro. Si tratterebbe di 50-60 milioni di litri al mese, un quinto del consumo totale di benzina della Repubblica Ceca. […] I distributori cechi comprano correttamente il carburante e pagano l'accisa. Poi però la benzina in pochi giorni passa attraverso diversi intermediari, tra cui uno che dichiara l'acquisto alle autorità per pagare l'iva, e per poi fallire subito [così da sfuggire all'imposta].
Mladá Fronta Dnes riferisce invece che "i tedeschi bloccano la metamfetamina ceca". Il quotidiano spiega che la polizia tedesca ha inasprito i controlli e sorveglia strettamente la zona di frontiera e i mercanti vietnamiti presenti in questa regione, allo scopo di lottare contro il traffico di metamfetamina, un'alternativa al crack.
Talvolta la polizia tedesca intimorisce anche i conducenti onesti o controlla tutte le macchine che escono dai mercati. Secondo Berlino i tossicomani tedeschi sono decimati dalla metamfetamina della Repubblica Ceca, un paese la cui politica in materia di droghe è considerata troppo liberale. Tuttavia gli esperti smentiscono queste affermazione, perché nel paese è permesso solo il possesso di una modica quantità, mentre la produzione e la distribuzione sono punite come nella maggior parte delle altre nazioni.