Attualità La Polonia e l’Ue

Tre anni di tensioni

Dalla fine del 2015 le relazioni tra l’Unione europea e il governo polacco sono state sempre più difficili a causa delle ripetute violazioni da parte di Varsavia dello stato di diritto e del valori fondamentali europei. Per fare un po’ di chiarezza sulla questione, BiqData ha ricostruito tre anni di confronto.

Pubblicato il 26 Luglio 2018 alle 10:20

Sin da dicembre 2015 la Commissione europea ha manifestato la sua preoccupazione e ha rivolto domande e avvertimenti a Varsavia. I problemi in questione sono principalmente lo stato di diritto, insieme al disboscamento della foresta Białowieża, il ricollocamento dei rifugiati, l’inquinamento e alcune altre problematiche minori.

All’ultima seduta prima della pausa estiva, il Sejm (il parlamento) si è occupato di nuovo delle modifiche alla legge sui pubblici ministeri e di alcune altre leggi. Il partito Libertà e Giustizia (PiS) ha incostituzionalmente interrotto il mandato del primo presidente della Corte suprema, e dato che tra i giudici della Corte non ha trovato qualcuno che voglia assumere la carica, ha intenzione di modificare il processo di nomina giudiziaria e il modo in cui il presidente è selezionato tra i designati.

La Corte suprema si è già espressa sul progetto di legge, dichiarando che queste proposte sono un esempio di un uso estremamente strumentale della legge per raggiungere obiettivi politici. Se i cambiamenti saranno approvati, costituiranno la quinta modifica dei regolamenti che governano la selezione dei nuovi giudici della Corte Suprema.

Il 25 luglio, la Corte europea di giustizia europea di Lussemburgo ha pronunciato un verdetto sulla questione posta da un tribunale irlandese che si è rifiutato di estradare un cittadino polacco accusato di traffico di droga. La Corte suprema irlandese vuole capire se può rifiutarsi di rispettare il mandato d’arresto europeo se lo stato di diritto in Polonia non è garantito.

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Nel gennaio 2016 l’allora Primo Ministro polacco Beata Szydło parlò al Parlamento europeo durante il dibattito sulla situazione nel suo paese. Cercò di convincere gli eurodeputati che non esisteva nessuna violazione della Costituzione in Polonia, e che le modifiche sono conformi agli standard europei. All’epoca, il pretesto per il dibattito era l’attacco del Pis contro il Tribunale costituzionale e le restrizioni alla libertà nei mezzi d’informazione polacchi. I media europei hanno sottolineato il fatto che Beata Szydło non abbia risposto a nessuna domanda seria e che le sue argomentazioni non hanno convinto nessuno.

Nel luglio 2018 è toccato all’attuale primo ministro polacco Mateusz Morawiecki rivolgersi agli europarlamentari, a Strasburgo. Ha spiegato che il PiS stava combattendo il post-comunismo attraverso le riforme della giustizia, Ma gli è stato risposto che le divisioni in Europa, rese più gravi da Varsavia, fanno felice una sola persona: Vladimir Putin.

La seguente linea del tempo mostra come si è evoluta negli anni la disputa tra il governo polacco e la Commissione europea, che nel frattempo ha aperto una procedura contro la violazione dello stato di diritto.

Sin da dicembre 2015 la Commissione europea ha manifestato la sua preoccupazione e ha rivolto domande e avvertimenti a Varsavia. I problemi in questione sono principalmente lo stato di diritto, insieme al disboscamento della foresta Białowieża, il ricollocamento dei rifugiati, l’inquinamento e alcune altre problematiche minori.

All’ultima seduta prima della pausa estiva, il Sejm (il parlamento) si è occupato di nuovo delle modifiche alla legge sui pubblici ministeri e di alcune altre leggi. Il partito Libertà e Giustizia (PiS) ha incostituzionalmente interrotto il mandato del primo presidente della Corte suprema, e dato che tra i giudici della Corte non ha trovato qualcuno che voglia assumere la carica, ha intenzione di modificare il processo di nomina giudiziaria e il modo in cui il presidente è selezionato tra i designati.

La Corte suprema si è già espressa sul progetto di legge, dichiarando che queste proposte sono un esempio di un uso estremamente strumentale della legge per raggiungere obiettivi politici. Se i cambiamenti saranno approvati, costituiranno la quinta modifica dei regolamenti che governano la selezione dei nuovi giudici della Corte Suprema.

Il 25 luglio, la Corte europea di giustizia europea di Lussemburgo ha pronunciato un verdetto sulla questione posta da un tribunale irlandese che si è rifiutato di estradare un cittadino polacco accusato di traffico di droga. La Corte suprema irlandese vuole capire se può rifiutarsi di rispettare il mandato d’arresto europeo se lo stato di diritto in Polonia non è garantito.

Nel gennaio 2016 l’allora Primo Ministro polacco Beata Szydło parlò al Parlamento europeo durante il dibattito sulla situazione nel suo paese. Cercò di convincere gli eurodeputati che non esisteva nessuna violazione della Costituzione in Polonia, e che le modifiche sono conformi agli standard europei. All’epoca, il pretesto per il dibattito era l’attacco del Pis contro il Tribunale costituzionale e le restrizioni alla libertà nei mezzi d’informazione polacchi. I media europei hanno sottolineato il fatto che Beata Szydło non abbia risposto a nessuna domanda seria e che le sue argomentazioni non hanno convinto nessuno.

Nel luglio 2018 è toccato all’attuale primo ministro polacco Mateusz Morawiecki rivolgersi agli europarlamentari, a Strasburgo. Ha spiegato che il PiS stava combattendo il post-comunismo attraverso le riforme della giustizia, Ma gli è stato risposto che le divisioni in Europa, rese più gravi da Varsavia, fanno felice una sola persona: Vladimir Putin.

La seguente linea del tempo mostra come si è evoluta negli anni la disputa tra il governo polacco e la Commissione europea, che nel frattempo ha aperto una procedura contro la violazione dello stato di diritto.

Cet article est publié en partenariat avec the European Data Journalism Network

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