Una conversazione “lunga e altamente produttiva”, così Donald Trump ha descritto la conversazione al telefono col suo omologo russo Vladimir Putin del 12 febbraio. La chiamata doveva, in origine, gettare le basi per negoziati di pace duraturi tra l'Ucraina e la Russia. Alla fine, avrà soprattutto riacceso lo spettro di una risoluzione da autocrate ad autocrate, senza alcuna considerazione per l'Ucraina di Volodymyr Zelensky né per i suoi alleati europei.
Telefonate private, tentativi di riabilitazione del presidente russo sulla scena internazionale da parte di Trump, disastro alla conferenza di Monaco: tra gli Stati Uniti e l'Europa si profila una spaccatura in materia di difesa. Al punto che alcuni leader europei, su invito di Emmanuel Macron, si sono riuniti a Parigi per discutere della guerra in Ucraina, della sicurezza e del futuro di un'Unione europea stretta tra l'incudine e il martello. Trump, dal canto suo, prevede di passare alla velocità superiore e di incontrare Putin in Arabia Saudita, sempre senza Zelensky e senza gli europei a una data da fissare.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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