In un’intervista al settimanale Le 1, l’economista Thomas Piketty definisce “catastrofiche” le politiche europee di austerity. Secondo l’autore del Capitale nel XXI secolo (Bompiani) infatti,
cinque anni fa il tasso di disoccupazione e il livello del debito pubblico erano gli stessi nella zona euro e negli Stati Uniti. Da allora la disoccupazione è esplosa nella zona euro, mentre è calata negli Stati Uniti. Si sono voluti ridurre i deficit troppo rapidamente, e questo ha portato alla recessione e aumentato allo stesso tempo la disoccupazione e il debito pubblico. Oggi la precedenza è rilanciare la crescita.
Secondo Piketty, “non esiste soluzione di lungo periodo alla crisi greca senza rivedere fondamentalmente l’organizzazione della zona euro”. Suggerisce “una scelta politica e democratica del livello dei deficit” e la creazione di “un’imposta comune sulle società”. Ma queste decisioni non potranno essere prese che da
un parlamento dell’eurozona, nel quale ogni paese sarà rappresentato in proporzione alla sua popolazione, niente di meno. Se la Francia e l'Italia sostengono la Grecia nel senso di una rifondazione democratica della zona euro, allora la Germania dovrà accettare un compromesso.
L’economista precisa he il deficit della Grecia è dovuto solo agli interessi pagati sul debito. “I greci potrebbero quindi decretare una moratoria generale e finanziare le lo spese da soli”, seguendo l’esempio della Germania del dopoguerra, che non ha rimborsato il suo debito, equivalente al 200 per cento del Pil.
Inoltre, Piketty propone di “mettere in comune l’insieme dei debiti pubblici della zona euro superiori al 60 per cento del Pil, per permettere a tutti i paesi coinvolti di approfittare di un basso tasso di interesse”.
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