Dopo dodici ore di trattativa sponsorizzata dall'Ue, il 12 aprile le delegazioni serba e kosovara si sono separate senza trovare un accordo sulla normalizzazione dei loro rapporti. "Il solco tra le due parti è stretto ma profondo", ha dichiarato l'alta rappresentante Ue per gli affari esteri Catherine Ashton.

Il principale punto di disaccordo resta lo statuto dei comuni a maggioranza serba nel nord del Kosovo. Mentre Pristina accetta la proposta europea di costituire un'associazione di comuni, Belgrado insiste perché abbiano più poteri, soprattutto in materia di polizia e giustizia.

I negoziatori serbi, tra cui il premier Ivica Dačić (a sinistra) e il suo vice Aleksandar Vučić (a destra) si appellano al piano presentato nel 2007 dall'ex presidente finlandese Martti Ahtisaari, che la Serbia aveva rifiutato.

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