"L'intento dell'Europa di fondare la propria politica estera su una base etica rischia di fallire", scrive Tagesspiegel citando i casi di Afghanistan, Libia e Zimbabwe, all'indomani della visita di una delegazione europea a Harare. Il quotidiano berlinese nota che la Libia dispone di importanti riserve di idrocarburi, che attirano l'interesse dei paesi europei a scapito dei diritti umani, mentre l'Ue "richiede almeno a livello retorico il rispetto dei diritti e della democrazia nei rapporti con Afghanistan e Zimbabwe".
La timidezza di Bruxelles nei confronti di Robert Mugabe lascia perplessi: si pensa di restituire allo Zimbabwe gli aiuti allo sviluppo congelati con le sanzioni, "anche se gli attivisti dei diritti umani e i membri dei partiti d'opposizione vengono torturati". Di fronte al governo di Hamid Karzai, d'altra parte, l'Ue "dovrà spiegare perché finanzia l'organizzazione delle elezioni afgane con i soldi dei contribuenti europei senza far niente per contrastare i brogli elettorali", sostiene Tagesspiegel. Secondo il giornale, "ci saranno certamente ottime ragioni di realpolitik per cooperare" con questi governi, "ma dovremmo almeno ammettere che i tentativi di democratizzazione sono falliti".
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
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