Vienna.

Una notte a Ibiza sconvolge la campagna dell’estrema destra

Il recente scandalo che ha travolto il leader dell'estrema destra Heinz Christian Strache e spinto il cancelliere Sebastian Kurz a indire nuove elezioni ha anche delle implicazioni nella campagna per le elezioni europee.

Pubblicato il 20 Maggio 2019
Miguel Ángel García  | Vienna.

A una settimana dalle elezioni europee, una bomba politica è esplosa all’interno del governo austriaco, provocando il collasso della coalizione di centrodestra al potere e spingendo il primo ministro a indire elezioni anticipate. La rivista tedesca Der Spiegel e il quotidiano Süddeutsche Zeitung hanno pubblicato online un video in cui si vede il vicecancelliere Heinz-Christian Strache, capo del Partito della libertà (Fpö) di estrema destra, portare avanti una trattativa in una villa di Ibiza con una donna che si è presentata come nipote di un oligarca russo.

In cambio di grandi somme di denaro che sarebbero state investite in Austria, Strache, palesemente ubriaco, ha promesso contratti governativi con compensi gonfiati.

Inoltre, nel video, il capo dell’Fpö suggerisce alla donna di acquistare il più grande quotidiano austriaco Kronen Zeitung per orientarne la linea editoriale a favore del suo partito. Anche il leader ungherese Viktor Orbán, con l’aiuto degli oligarchi locali, è riuscito ad assumere il controllo del panorama mediatico del suo paese.

Lo “scandalo Ibiza” ha scosso profondamente l’Austria. Migliaia di persone si sono riunite davanti alla cancelleria di Vienna chiedendo l’espulsione dell’estrema destra dalla coalizione di governo. Il cancelliere conservatore Sebastian Kurz non ha potuto far altro che accettare le dimissioni del suo vicecancelliere (che da giovane ha preso parte a simulazioni belliche neonaziste) e prendere atto della fine della coalizione con l’Fpö. “Quando è troppo è troppo”, ha dichiarato Kurz riferendosi ai diversi incidenti causati dalle dichiarazioni razziste degli esponenti dell’Fpö e ai loro contatti con i gruppi neonazisti. […] Continua a leggere l'articolo su Internazionale.it

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