Una Schengen per la sanità

Pubblicato il 9 Giugno 2010

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"È la seconda apertura dei confini europei dopo Schengen", scrive Dziennik Gazeta Prawna a proposito della bozza di direttiva proposta ieri dai ministri della salute dell'Unione europea. Nel 2012 i cittadini europei potranno essere curati in un ospedale a loro scelta, pubblico o privato, in uno qualsiasi degli stati membri, ed essere rimborsati con la tessa cifra che avrebbero ricevuto in caso di prestazione entro i confini nazionali. Il quotidiano di Varsavia nota che "a cercare cure mediche all'estero saranno i più facoltosi, in grado di sostenere le spese per il viaggio, il vitto e l'alloggio durante il trattamento. Ma anche i più disperati, come i malati di tumore, che allo stato attuale delle cose devono aspettare mesi per un'operazione". Dziennik Gazeta Prawna teme che i rimborsi per i trattamenti medici all'estero possano gonfiare le spese del sistema sanitario polacco, portando a un aumento delle tasse. La Spagna, al contrario, può essere soddisfatta dalla clausola della direttiva che obbliga gli stati di origine degli espatriati a contribuire con 300 euro al mese alle loro spese sanitarie, scrive La Vanguardia. Dato che ospita due milioni e mezzo di stranieri, di cui 400mila oltre i 55 anni, Madrid temeva che la direttiva potesse far lievitare i costi di altri 2 miliardi.

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