Due titoli di Libération per due scenari problematici: "Libia, la Francia in trappola", "Siria, la Francia presa di mira". Al parlamento francese è iniziato il dibattito sul proseguimento delle operazioni militari in Libia. La Francia, "in prima linea nella coalizione occidentale, si ritrova impantanata in un conflitto molto più lungo di quando sembrasse", sottolinea il quotidiano. L'opposizione socialista continuerà ad appoggiare l'operazione, ma il dibattito che comincia oggi all'assemblea nazionale è qualcosa di positivo, precisa Libé. Infatti "è evidente che l'obiettivo della guerra di Sarkozy e dei suoi alleati dev'essere quello di deporre Gheddafi, anche con la forza". Invece al momento "Parigi invia segnali ambigui sulla possibilità di negoziare con il colonnello, che potrebbe addirittura restare nel paese (…) Ciò dimostra che l'opzione militare non era la soluzione breve ed efficace promessa dagli strateghi per installare la democrazia a Tripoli".
In Siria Parigi deve invece incassare l'attacco all'ambasciata di Damasco, presa d'assalto dai sostenitori del governo di Bashar El Assad. L'iniziativa, che ha colpito anche l'ambasciata statunitense, è il "segno che il regime continua a perdere terreno e da l'impressione che [Assad] sia arrivato alla frutta". La mossa potrebbe essere una reazione alla visita degli ambasciatori di Francia e Stati Uniti agli oppositori di Assad nella città ribelle di Hama.