Le incognite del nuovo trattato

Pubblicato il 14 Dicembre 2011

Il 9 dicembre è stato firmato l'accordo sul nuovo trattato per l'unione fiscale. Pochi giorni dopo "le speranze franco-tedesche sono in pericolo, e diversi leader dell'Unione europea sottolineano le difficoltà di far approvare il patto dai loro parlamenti nazionali", scrive il Financial Times. Almeno 4 paesi esterni all'eurozona temono che l'approvazione del trattato in parlamento dipenderà dalla formulazione di quello che promette di essere un complicato testo legale. Inoltre

anche all'interno dell'unione monetaria a 17 emergono alcune crepe. In Irlanda i leader dell'opposizione chiedono al primo ministro Enda Kenny di organizzare un referendum sul nuovo patto – che con ogni probabilità avrebbe un esito disastroso – mentre nei Paesi Bassi i partiti di opposizione eurofili accusano il governo di minoranza di Mark Rutte di aver gestito l'accordo in modo inadeguato.

Il primo abbozzo del nuovo trattato dovrebbe essere elaborato prima delle vacanze natalizie. Secondo Martin Wolf quella che doveva essere un'"unione di crescita e stabilità" sarà un'"unione di instabilità e stallo". Questa "orgia di austerity", prosegue Wolf, porterà a

una recessione strutturale e prolungata nei paesi vulnerabili. La difesa della moneta unica provocherà il crollo dei salari, la deflazione del debito e uno stallo duraturo. Davvero il prezzo da pagare per lo scioglimento è peggiore di questa realtà?

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