Praga.

Un paese profondamente diviso va alle urne

Con la vittoria dell'avvocata e attivista Zuzana Čaputová e il crescente interesse degli elettori per un’alternativa liberale e filoeuropea le cose stanno cambiando a Bratislava. L’Europa centrale si sta convincendo che la democrazia liberale e l’Unione europea hanno i loro vantaggi.

Pubblicato il 8 Maggio 2019
Miguel Ángel García  | Praga.

All’interno del teatro politico ceco, la battaglia tra chi vuole rafforzare l’Ue e chi vorrebbe distruggerla si combatte ormai da quindici anni, ovvero dall’ingresso di Praga nel club, nel 2004. Tuttavia si tratta di un conflitto largamente ideologico e fondato su slogan privi di significato. Mancano le argomentazioni di peso. Analizzando la campagna elettorale in vista delle elezioni di maggio, è difficile immaginare che questa deprecabile condizione del discorso politico possa migliorare.

La Repubblica Ceca ha bisogno dell’Unione europea più di quasi tutti i paesi del vecchio continente. Quasi l’85 per cento delle esportazioni ceche è diretto verso paesi del mercato unico e, grazie alla sua posizione nel cuore dell’Europa centrale, il paese non ha confini esterni. Un funzionamento appropriato dell’Unione è chiaramente nell’interesse nazionale.

Eppure, negli ultimi quindici anni, i cechi non hanno voluto o non sono stati capaci di discutere su quale tipo di Unione servirebbe al meglio i loro interessi né sul modo di trovare alleati che condividano la loro visione dell’integrazione europea. Anche perché questa visione, semplicemente, non esiste. […] Leggi l'articolo intero su Internazionale.it

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