“È una sensazione strana, simile alla dipendenza da alcol, cibo o droghe; il comportamento è diverso, ma quello che si prova è molto simile”, “Se non smetti, ci sono solo tre possibilità: la prigione, la pazzia o la morte”. A parlare è Vasile, cittadino romeno di 34 anni, la cui testimonianza è riportata da Lola García-Ajofrín su El Confidencial in un articolo realizzato con il network Pulse.
“Il problema della Romania con le scommesse”, titolava Politico nel 2016: la prima sala per il gioco d’azzardo è stata aperta a Bucarest nel 1990, pochi mesi dopo la morte di Ceaușescu e la fine del regime perché, come nella maggior parte dei paesi dell’ex blocco sovietico, il gioco d’azzardo era vietato.
Oggi il governo romeno ha pronto, ma fermo in parlamento, un disegno di legge che vieta la pubblicità al gioco d’azzardo, racconta Iulia Roșu su HotNews; dal maggio scorso, in tutti i comuni con meno di 15mila abitanti non è più possibile aprire sale da gioco. Inoltre, nel 2023 il governo ha aumentato le tasse per le aziende del settore e vietato la vendita di alcool nelle sale.
La vicina Bulgaria ha lo stesso problema, spiega Mediapool, (articolo della stessa inchiesta Pulse): da maggio 2024 la pubblicità del gioco d’azzardo è vietata su qualsiasi mezzo di comunicazione, a eccezione della lotteria statale, che deve usarne i proventi per finanziare lo sport bulgaro. Anche qui nei comuni con meno di 10mila abitanti le sale da gioco sono vietate.
Questa industria è fiorita a partire dal 2015 grazie ai massicci investimenti di Vasil Bozhkov, il più grande proprietario di giochi d'azzardo del paese, che aveva iniziato la sua attività illegalmente negli anni 0ttanta: “Nel giro di 4-5 anni, centinaia di migliaia di persone hanno cominciato a grattare i biglietti della lotteria e le lotterie private hanno raggiunto un fatturato annuo di 700 milioni di euro”, scrive Roșu.
Il regno di Bozhkov è imploso nel 2020, quando è scappato a Dubai dopo che il fisco bulgaro gli aveva reclamato 250 milioni di euro di tasse evase. Qui ha fondato un partito, “Bulgarian Summer”, per poi tornare in Bulgaria nel 2023 ed essere arrestato con accuse di corruzione e rapporti con il gruppo di mercenari russo Wagner…. Un’altra storia, raccontata Svetoslav Todorov su Balkaninsight.
Nel frattempo lo stato bulgaro ha nazionalizzato le sue proprietà e il numero di sale non ha cessato di aumentare. La nuova legge bulgara sul divieto di pubblicità è accolta con favore dall’opinione pubblica, ma ha incontrato l’opposizione delle principali reti televisive e dei media digitali. Perché? La pubblicità legata alle scommessa genera tra il 20 e il 30 per cento degli introiti pubblicitari totali dei mezzi d’informazione. I dati del 2023, citati da Mediapool, dicono che le società di gioco d'azzardo hanno speso 85 milioni di euro in pubblicità. In tanti, nelle emittenti in questione, sostengono che questa legge potrebbe compromettere il giornalismo stesso, perché questo denaro ha assunto un ruolo fondamentale nei loro modelli economici.
In Romania — per tornare all’articolo di HotNews — nella seconda metà del 2023 alcuni giornalisti sono stati licenziati o si sono dimessi da Gazeta Sporturilor e da Libertatea perché hanno accusato i gruppo Ringier Sports Media Group (che possiede i due titoli) di aver cercato di interferire in inchieste che trattano di… scommesse. Un rapporto dell’International Press Institute (IPI) analizza queste vicende.
Secondo la European Gaming and Betting Association (Egba) il gioco d’azzardo in Europa (Ue a 27 più Regno Unito) nel 2022 ha generato entrate per 108,5 miliardi di euro di lordi (di cui 38,2 miliardi dalle scommesse online), un aumento dell’8 per cento rispetto al 2019 (pre-Covid) e del 23 per cento rispetto al 2021. Questo perché, spiegano, le sale da gioco hanno riaperto dopo la pandemia.
Sempre la Egba — dati riportati da El Confidencial — stima che gli adulti europei che soffrono di patologie legate al gioco d’azzardo compulsivo sono tra lo 0,3 e il 6,4 per cento della popolazione.
Una tassa sulla povertà
Il gioco d’azzardo fa discutere anche in Francia, dove il nuovo governo (molto a destra) aveva proposto, nella nuova legge di bilancio, di legalizzare i casinò on line per poter recuperare una parte delle entrate in imposte. La Francia è il solo paese Ue, insieme a Cipro, dove questi sono illegali (blackjack e roulettes).
L’emendamento è al momento congelato a causa delle proteste dei gestori dei casinò (circa 200 sul territorio) e delle associazioni che si occupano di dipendenze che ritengono i giochi on line più pericolosi in termini di dipendenza. Secondo l’Autorità nazionale del Gioco (ANJ) 3 milioni di francesi hanno giocato illegalmente on line nel 2023.
Su Le Monde, Stéphane Troussel (presidente del dipartimento francese della Seine-Saint-Denis, dove vivo) e Fatiha Keloua-Hachi (deputata socialista francese) intervengono su questo dibattito (i due proponevano che il denaro raccolto dalle scommesse sportive potesse finanziare lo sport) con un testo che trovo particolarmente interessante, e la cui portata va ben al di là della Francia: “Che si parli di indebitamento eccessivo, del rischio di perdere il lavoro o delle conseguenze psicologiche e fisiche come la depressione, l'isolamento o il rischio di suicidio… ci viene detto che questo problema riguarda solo una minoranza di giocatori ‘esagerati’. Ma sono proprio questi a portare avanti la crescita del settore e a riempire le tasche degli operatori".
In Francia, “il 40 per cento delle entrate del gioco d'azzardo proviene da persone con abitudini di gioco eccessive. Peggio ancora, la dipendenza dalle scommesse sportive agisce come una vera e propria ‘tassa sulla ricchezza dei poveri’. I giocatori meno abbienti spendo una parte due volte e mezzo più importante del loro bilancio nel il gioco d'azzardo rispetto alle altre famiglie, con un rischio maggiore di dipendenza”. Keloua-Hachi e Troussel ricordano che “Le entrate lorde da gioco (cioè le puntate intascate dagli operatori) sono aumentate di oltre il 200 per cento dal 2017, raggiungendo 1,4 miliardi di euro nel 2023”.
In Italia, racconta Il Fatto Quotidiano, una nuova legge di bilancio autorizza le estrazioni di numeri del lotto anche il venerdì, giorno in cui normalmente non avveniva. Perché? Per finanziare in parte il Fondo per le emergenze nazionali, dicono i legislatori. Chi paga quindi per le emergenze?
Sul settimanale Vita, Ilaria Dioguardi intervista il sociologo Maurizio Fiasco, presidente dell’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio. Fiasco spiega questa nuova legge, se verrà approvata definitivamente, abrogherà l'Osservatorio per il gioco d’azzardo per istituire un più generico Osservatorio per le patologie da dipendenze: “È un segnale di declassificazione di un’emergenza, quando il volume lordo del giocato in Italia quest’anno sfonderà il muro dei 150 miliardi di euro. È un fenomeno abnorme che verrà oscurato nel compendio delle altre dipendenze”.
La campagna “Mettiamoci in gioco” che mette insieme attori della società civili tra cui i sindacati, associazioni cattoliche e altre impegnate nella lotta alla mafia fa notare che “i provvedimenti presenti in questa manovra sembrano confermare la subordinazione dei governi agli interessi della lobby d’azzardo, senza curarsi dei diritti e delle esigenze dei cittadini ma nemmeno degli interessi dello Stato”. Uno studio del CNR sulle dipendenze stima in 800 mila gli italiani con un profilo a rischio moderato o severo di dipendenza, soprattutto tra le classi meno abbienti.
In collaborazione con Display Europe, cofinanziato dall'Unione europea. I punti di vista e le opinioni espressi sono esclusivamente quelli dell'autore o degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell'Ue o della Direzione Generale per le Reti di Comunicazione, i Contenuti e la Tecnologia. Né l'Unione europea né l'autorità che ha concesso il finanziamento possono essere ritenute responsabili.
Perché gli eco-investitori si ritrovano a finanziare le “Big Oil”? A quali stratagemmi ricorre la finanza per raggiungere questo obiettivo? Come possono proteggersi i cittadini? Quale ruolo può svolgere la stampa? Ne abbiamo discusso con i nostri esperti Stefano Valentino e Giorgio Michalopoulos, che per Voxeurop analizzano i retroscena della finanza verde.
Vedi l'evento >
Partecipa alla discussione
Divento membro per tradurre i commenti e partecipare