Rassegna Il faro del sudest

Putin e Trump: c’è sostegno in Europa? Dalla Romania alla Moldova, passando dalla Serbia

In Europa sudorientale la democrazia è in difficoltà e la Romania è diventata l’unico “regime ibrido” dell’Ue: tra l’ascesa dell’ultranazionalismo, la presenza di figure politiche controverse e proteste in tutta la ragione, anche Mosca e Washington contribuiscono ad alimentare le tensioni.

Pubblicato il 19 Marzo 2025

La Romania ha perso lo status di “democrazia imperfetta” ed è diventata l’unico paese dell’Ue a essere classificato come “regime ibrido” nel rapporto Democracy Index del 2024 pubblicato dall’Economist Intelligence Unit. In un articolo sul sito di news romeno Press One, la giornalista investigativa Emilia Șercan nel riportare l’analisi condotta dall’Eiu identifica le cause alla base della degradazione della democrazia romena: la corruzione dei servizi segreti, il fallimento cronico delle strutture di intelligence dell'esercito e la mancanza di imparzialità nel sistema giudiziario. Non sorprende quindi che i sostenitori del candidato alla presidenza Călin Georgescu, di estrema destra, si sentano profondamente insoddisfatti dell’attuale panorama politico.

Călin Georgescu: sintomo isolato di una malattia diffusa

Così come un sistema immunitario debole rende l'organismo più vulnerabile alle infezioni, i fallimenti sistemici della Romania hanno permesso a Georgescu – un candidato dall’ideologia controversa e dalle dubbie frequentazioni – di correre per la presidenza e di vincere il primo turno alle elezioni dello scorso anno. Tuttavia, la Corte costituzionale romena ha successivamente deciso di annullare il risultato a causa di “un’azione ibrida aggressiva da parte della Russia”. Il rapporto con la Russia non è l’unica macchia sul profilo di Georgescu.

Secondo una inchiesta pubblicata su Le Grand Continent da Eugeniu Popescu e Adina Revol, Georgescu è a capo di una “rete che mira a smantellare l’ordine costituzionale romeno attraverso un’organizzazione parallela, in possesso di armi illegali, e la diffusione di discorsi d’odio di matrice fascista, razzista, xenofoba e anti-semita grazie agli influencer e a un accesso privilegiato a Facebook e TikTok”. Nonostante fosse uno sconosciuto, Georgescu è riuscito comunque a radunare milioni di sostenitori. Come spiega il giornalista investigativo Andrei Popoviciu in un editoriale sul Guardian, “il successo di Georgescu è sintomo di una tendenza più ampia, sostenuta da attori come la Russia: la rinascita di movimenti ultranazionalisti e antidemocratici che sfruttano l’insicurezza economica, le divisioni sociali e la crescente sfiducia nelle istituzioni.”

A febbraio, la procura rumena ha incriminato Georgescu per istigazione ad azioni contro l’ordine costituzionale, false dichiarazioni e promozione del culto di figure accusate di genocidio, come riportato dal canale di news romeno Digi24. Non sorprende, quindi, che il tentativo di Georgescu di ricandidarsi alle prossime elezioni del 4 maggio sia stato respinto. La Commissione elettorale romena non ha potuto rovesciare la precedente decisione della Corte costituzionale e la candidatura di Georgescu è stata quindi respinta all’unanimità, racconta Cristian Otopeanu sul quotidiano Libertatea. Quale sarà ora la prossima mossa di Georgescu? Sulla testata indipendente romena G4Media, Alexandru Mihăescu racconta che i leader dei due partiti di estrema destra che sostengono Georgescu, George Simion (AUR, Alleanza per l’unione dei romeni) e Anamaria Gavrilă (POT, Partito dei giovani) hanno annunciato l’avvio di una raccolta firme per candidarsi alla presidenza. Stati Uniti e Russia: un complotto contro l’Ue?

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In tutta la regione sembra starsi delineando uno schema di influenze russe, ealcuni segnali fanno pensare che la Casa Bianca stia dando una mano al Cremlino.

Innanzitutto, sia Mosca che Washington hanno avuto delle reazioni di fronte all’esclusione di Georgescu. L’agenzia di stampa russa Interfax riporta le parole del portavoce di Putin Dmitry Peskov, secondo il quale qualsiasi elezione senza Georgescu dovrebbe essere considerata illegittima. Sull’altra sponda dell’Atlantico, Elon Musk su X ha definito “folle” l’esclusione di Georgescu dalla campagna per le presidenziali. A febbraio, lo stesso Musk si era infuriato di fronte all’arresto di Georgescu per un interrogatorio durato cinque ore, scrivendo su X “Hanno arrestato la persona che ha ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni presidenziali romene. Tutto ciò è sbagliato”. Come scrive Euronews Romania, non va dimenticato che Georgescu è stato accusato, proprio come Musk, di aver fatto il saluto romano.

In Moldova, le forze filorusse hanno chiesto aiuto a Donald Trump. La governatrice filorussa della regione moldava della Gagauzia, Evghenia Gutul, ha accusato la leadership moldava di voler replicare uno scenario analogo a quello dell'Ucraina, sostenendo che il governo liberale guidato da Maia Sandu potrebbe ricevere “fondi illimitati dagli Stati Uniti e dall'Ue”, secondo quanto riportato dal giornale investigativo moldavo Ziarul de Gardă. Un approccio simile è stato adottato da Georgescu che, dopo il suo arresto, ha invocato l’intervento di Trump, chiedendogli di “prendersi cura della Romania”, scrive Digi24.

Dopo la disastrosa visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, la presidente moldava Maia Sandu ha lanciato un monito durante un vertice online in occasione del terzo anniversario dell'inizio della guerra in Ucraina. Come riportato da Ziarul de Gardă, Sandu ha avvertito che “un compromesso di pace che ignora la sicurezza dell'Ucraina o emargina l'Europa non potrà porre fine alla minaccia, la rimanderà soltanto”. Le preoccupazioni di Sandu riflettono quelle del presidente francese Emmanuel Macron, il quale ha dichiarato che “se Putin non verrà fermato, Moldova e Romania saranno le prossime”, ha sottolineato Mediapool.

Anche il Ministero degli Esteri cipriota ha espresso il proprio sostegno all'Ucraina, come racconta Katy Turner su Cyprus Mail. In Serbia, l'agenzia di stampa russa TASS riporta che il presidente Aleksandar Vučić ha ringraziato Vladimir Putin per il suo sostegno in seguito a quelli che ha definito tentativi di “rivoluzione cromatica”. Secondo il quotidiano serbo Danas, Vučić ha inoltre espresso il proprio sostegno a Donald Trump, elogiando in particolare la posizione del presidente americano contro alcune organizzazioni non governative che, secondo Vučić, sarebbero coinvolte in “azioni contro lo stato”.

Le proteste ancora in prima pagina

Le proteste che stanno attraversando l'Europa sud-orientale, alimentate dal desiderio di trasformare i governi deficitari della regione in qualcosa di migliore, continuano a essere sotto i riflettori. In Romania, quando la candidatura di Georgescu è stata nuovamente respinta, i suoi sostenitori hanno iniziato a sfondare le barriere installate dalla polizia e a lanciare oggetti come pietre e bottiglie, come riportato da David Leonard Bularca e Rebecca Popescu su Hotnews. Scene altrettanto violente si sono verificate in Grecia, dove il secondo anniversario del disastro ferroviario di Tempi ha dato origine a quella che il quotidiano greco Efimerida ton Syntakton ha descritto come la più grande manifestazione nella storia del paese. In Serbia, nel frattempo, continuano le manifestazioni degli studenti riporta Danas.

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