Re Filippo dovrà tenere unito il paese

Pubblicato il 22 Luglio 2013

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“Un nuovo Belgio”, titola Le Soir dopo l’incoronazione del re Filippo, che il 21 luglio ha preso il posto di suo padre Alberto II. 
Secondo il quotidiano francofono il passaggio di consegne è stato un “successo reale e politico”. Il nuovo sovrano – 53 anni, spesso criticato per la sua timidezza – “ha superato la prova con autorevolezza”. In un paese profondamente diviso tra fiamminghi e francofoni, Filippo ha “vinto non soltanto dal punto di vista della forma, ma anche della sostanza” annunciando di aver stretto “contatti costruttivi” con le diverse entità del paese. Secondo Le Soir il nuovo sovrano 

comincia bene fin dall’inizio del suo regno. Con la sesta riforma dello stato [che ha concesso più autonomia alle regioni e alle comunità], il Belgio ha modificato il proprio centro di gravità, e il re abbraccia questa nuova struttura con entusiasmo.
Il fiammingo De Standaard titola “Re Filippo, “l’unità nella diversità”,” riprendendo la nuova parola d’ordine presente nei discorsi del monarca, del primo ministro e del presidente della camera dei rappresentanti. “Il trauma dell’ingovernabilità che ha minacciato il paese e il ricordo dei 541 giorni senza governo [tra il 2010 e il 2011] si fanno ancora sentire”, sottolinea il quotidiano. Dopo il giuramento del nuovo re, nella camera del parlamento hanno risuonato due inni, quello nazionale e quello europeo. Secondo De Standaard questa scelta lascia intendere che 
il Belgio sarà un araldo del’Europa del futuro, un continente che unisce i popoli senza minacciarne l’identità. Inoltre [il doppio inno] rappresenta un avvertimento alle forze che spingono per il frazionamento.
In ogni caso, per il re “il primo appuntamento serio arriverà dopo maggio 2014”, sottolinea De Morgen
Cosa succederà se Bart De Wever [leader del partito indipendentista fiammingo N-va, Alleanza neo-fiamminga] vincerà nettamente le elezioni dell’anno prossimo obbligando Filippo ad affidargli la formazione del governo? Il re potrà e dovrà collaborare con un regime che è contro la sua funzione e l’unità del paese?

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