Berlino e Parigi divise sulla Siria

Pubblicato il 31 Maggio 2012

La reazione ostile della Germania alla proposta di Françios Hollande, che ha dichiarato di non escludere un intervento militare in Siria, dimostra che Berlino preferisce chiudere gli occhi, scrive la Süddeutsche Zeitung. Secondo il quotidiano la vicenda allarga ulteriormente il solco tra i due paesi:

Se aveva bisogno di un’altra prova che Francia e Germania sono divise non soltanto sulla moneta unica, François Hollande l’ha ottenuta. […] A questo punto o il presidente francese è molto ingenuo, oppure è molto calcolatore. Ingenuo se crede seriamente di poter convincere Vladimir Putin [il presidente russo sarà in visita a Parigi il primo giugno]. Calcolatore perché la sua proposta avrà comunque un effetto positivo un vista delle legislative francesi [del 10 e 17 giugno]. In ogni caso sarebbe ingiusto tacciare il governo federale di immobilismo. Al Consiglio di sicurezza dell’Onu la Germania è tra i paesi che da un anno si scontrano con il muro eretto da Cina e Russia attorno al regime siriano.

Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle prosegue la sua politica incentrata sul tentativo di cacciare il dittatore Bashar El Assad dal paese attraverso pressioni diplomatiche e sanzioni. Le Nazioni unite hanno la responsabilità di proteggere il popolo siriano. Ma ciò non vuol dire scegliere per forza l’opzione militare. Laddove la Francia, probabilmente con troppa fretta, sceglie la via della forza, i tedeschi hanno preso l’abitudine di chiudere gli occhi. Sono capaci di parlare nel dettaglio di tutte le conseguenze di un ricorso all’esercito senza mai menzionare quelle di un mancato intervento.

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