Diverse decine di migliaia di persone hanno manifestato martedì a Budapest, rispondendo all’appello delle organizzazioni che si oppongono alla tassa su internet e chiedono le dimissioni del premier Viktor Orbán. Il governo ha presentato all’inizio della settimana un disegno di legge che prevede che le imprese paghino una somma massima di 16 euro al mese.
Diverse associazioni professionali “hanno pubblicato un comunicato comune per protestate contro la tassa internet”, scrive Népszabadság, nel quale “affermano che la tassa avrà effetti disastrosi diretti nei confronti dei fornitori di accesso a internet (Isp) e indiretti nei confronti del pubblico”. In effett, sottolinea il quotidiano,
queste organizzazioni denunciano il fatto che la diffusione e l’uso di internet e dei servizi online sono state per molto tempo una priorità del governo. In passato gli Isp hanno fatto molti sforzi per fare in modo che il pubblico potesse godere di numerosi servizi online, consentendo all’economia ungherese di guadagnare in efficienza e competitività. La tassa internet produrrà effetti completamente contrari.
Il giornale calcola che “oltre un centinaio di piccoli Isp falliranno per colpa della tassa internet” e ricorda inoltre che la commissaria europea uscente per l’agenda digitale Neelie Kroes aveva espresso il suo sostegno alle proteste contro la tassa internet.