Parlamento europeo
Martin Schulz, "Presidente del Parlamento europeo".

Arriva l’uragano Schulz

La nomina di Martin Schulz alla presidenza del Parlamento europeo cambierà il clima nell’assemblea: dopo l'acquiescente polacco Jerzy Buzek, l’ambizioso socialista tedesco è deciso a rivoluzionare le istituzioni di Bruxelles.

Pubblicato il 18 Gennaio 2012 alle 15:18
Martin Schulz, "Presidente del Parlamento europeo".

Martin Schulz è probabilmente l’unico europarlamentare di lingua tedesca noto ai suoi compatrioti. La sua eloquenza è notoria: usa in modo esplosivo il tempo di cui dispone per parlare in assemblea plenaria, come “per dimostrare ai suoi colleghi che nessuno ha una voce forte come la sua”, scrive Der Spiegel. Secondo il settimanale di Amburgo Schulz "vuole trasformare il Parlamento in un contro-potere”. "Si opporrà al Consiglio europeo", dove i capi di stato e di governo elaborano le decisioni, e farà pressione sulla Commissione europea per mezzo di iniziative politiche, “poco importa cosa prevedono i trattati”, come ha spiegato l’interessato. Der Spiegel ricorda che Schulz, contrariamente ai suoi predecessori, non è alla fine della sua carriera ma ha ancora ambizioni e mire politiche.

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Questa è una lotta per il potere, l’attenzione e il monopolio sull’interpretazione” dei trattati che può mettere in ridicolo il Parlamento o modificare le strutture di potere a Bruxelles.

Un parere condiviso dal Financial Times Deutschland, che tuttavia dubita della capacità di Schulz di imporsi. Per esempio, Schulz vuole partecipare attivamente ai vertici Ue, a cominciare dalle trattative sul pacchetto fiscale.

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In ogni caso non potrà rappresentare unicamente il proprio gruppo, ma tutti gli eurodeputati: i nazionalisti come i filoeuropei, la sinistra come la destra, i federalisti come i centristi. Ma non potrà rappresentare tutte queste posizioni nelle trattative. […] Non questo è il suo compito.

La stampa polacca rende omaggio al presidente uscente Jerzy Buzek, a cominciare da Wprost, secondo cui Buzek ha adottato la strategia di evitare i confronti diretti, preferendo sempre il compromesso. Ha anche dato prova del suo talento di negoziatore: è lui infatti ad aver convinto il presidente ceco Václav Klaus a firmare il trattato di Lisbona, mentre quando si è recato in Moldavia ha contribuito a risolvere la crisi di governo e a mettere in piedi una coalizione filo-europea.

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Aveva il polso della politica internazionale e sapeva dove e quando essere presente. Ha parlato ai manifestanti di piazza Tahrir al Cairo e ai rivoluzionari di Tripoli che hanno gridato ‘Grazie Europa!’ per lui.

Pur essendo apprezzato e rispettato ovunque, aggiunge Wprost, Buzek è stato criticato per il suo gusto del politicamente corretto e del rispetto a oltranza delle procedure. Ma secondo Gazeta Wyborcza il presidente uscente

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ha dimostrato che i polacchi sono all’altezza delle grandi questioni internazionali.

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