“Bruxelles ha colpito”, titola Népszabadság. Il 13 marzo i ministri delle finanze dell'Unione europea hanno votato il congelamento dei 495 milioni di euro del fondo di coesione destinati all'Ungheria.
La sanzione era stata promessa a Budapest per via del deficit eccessivo ripetuto dal febbraio scorso.
Nel suo editoriale, il quotidiano di centrosinistra commenta che
Non saremmo dovuti arrivare a questo punto. Quando Orbán è stato eletto, era circondato da amici influenti nell'Europa conservatrice. Tutti erano ottimisti e pensavano che il premier avrebbe realizzato i suoi progetti. Ma i progetti non esistevano. Il governo ha parlato ininterrottamente di interessi nazionali e ha ottenuto come risultato una punizione esemplare da parte della Commissione europea. È un giorno storico. Nessun governo europeo aveva mai fatto una stupidaggine simile.
Il conservatore Magyar Nemzet esprime la propria rassegnazione:
È scoccata la nostra ora. Abbiamo subìto un colpo preventivo, un avvertimento per tutti i paesi che spendono troppo. Siamo l'esempio dissuasivo. E il bello è che i fondamenti giuridici per la sanzione sono stati approvati sotto la presidenza ungherese dell'unione, nel 2011.
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