Arrivederci

Pubblicato il 20 Dicembre 2013 alle 16:59

Tradurre in dieci lingue e mettere a confronto gli articoli più attuali e innovativi sull’Europa pubblicati dalla stampa europea e mondiale. Non l’Europa delle istituzioni ma quella vissuta dagli uomini e dalle donne.

Questa era la nostra professione di fede del 26 maggio 2009, il giorno in cui Presseurop è apparso sulla rete. Quattro anni e mezzo dopo, “questo sogno di giornalisti e cittadini” si è realizzato, ma è anche arrivato alla fine per mancanza di finanziamenti.

In questi anni l’Europa ha cambiato aspetto più di una volta. Nel 2009 eravamo ansiosi di sapere se José Manuel Barroso sarebbe stato confermato alla guida della Commissione europea e se gli irlandesi avrebbero approvato il trattato di Lisbona al secondo tentativo. Pochi mesi dopo è scoppiata la crisi greca, con le sue gravi conseguenze per tutta l’eurozona. Dall’Irlanda al Portogallo, dal Fondo europeo di stabilità all’unione bancaria, da Merkozy ai milioni di giovani disoccupati in cerca di un futuro, Presseurop si è adattato all’attualità europea seguendo la vita quotidiana dei cittadini dell’Ue e analizzando i meccanismi della politica comunitaria.

Questo lavoro è stato possibile grazie a una squadra di giornalisti, corrispondenti e traduttori (oltre cento persone in tutto, a cui vanno i nostri ringraziamenti) che hanno saputo trarre vantaggio dalle loro differenze linguistiche e culturali. Mentre l’Ue si divideva tra nord e sud, tra eurozona e resto dell’Ue, tra èlite europee e cittadini comuni, Presseurop si è rivelato un vivace laboratorio per la creazione dello spazio pubblico europeo.

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Nessun altro ha saputo offrire la possibilità di leggere editoriali greci, titoli della stampa ungherese e reportage baltici, romeni o tedeschi. Nessun altro ha messo a confronto le analisi dei più influenti giornalisti d’Europa. E soprattutto nessun altro ha permesso ai suoi lettori di leggere e commentare in tutte le lingue grazie a un sistema di traduzione automatica.

In un’epoca in cui molti siti internet sono ossessionati dal numero di contatti, noi abbiamo preferito costruire un legame solido con un pubblico più ristretto ma anche più attento e riflessivo. Negli ultimi quattro anni e mezzo avete ascoltato la voce di Presserurop e l’avete arricchita con migliaia di commenti, e alla fine avete anche firmato la nostra petizione per salvare il sito. Anche per questo il nostro non è un addio, ma un arrivederci. Dateci il tempo di trovare i mezzi per riprendere il nostro lavoro (magari proprio grazie a voi) e torneremo a riaprire questo spazio di dialogo europeo.

Nel frattempo, per non perderci di vista, vi invitiamo a continuare il dibattito sul blog Friends of Presseurop che abbiamo appena creato. Vi aspettiamo.

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