Come gomme nelle orecchie

Ci sono canzoni pop che riescono a farsi strada nella nostra testa per poi non uscirne più. Cafebabel.com rintraccia i modi con cui vengono definite in Europa.

Pubblicato il 27 Novembre 2009 alle 14:27

"I just can’t get you out of my head”, cantava Kylie Minogue. Ma la cantante e attrice australiana non si riferiva alla sua canzone, tanto orecchiabile che milioni di persone in tutto il mondo non sono più riuscite a togliersela dalla testa. Tutti erano stati infettati dallo stesso virus: “dem Ohrwurm”, il verme dell’orecchio. Le persone colpite da questa “malattia” lamentano difficoltà di concentrazione e frustrazione accompagnata da attacchi incontrollati che portano ad intonare il motivetto in ogni momento. Quest’ultimo sintomo è estremamente contagioso e contribuisce alla diffusione del perfido vermetto.

Una volta i tedeschi usavano il termine “verme dell’orecchio” anche per indicare l’adulatore tipo. Oggi “dem Ohrwurm” è quel motivetto che, come un verme che striscia nel condotto uditivo, si piazza lì e non vi molla più. I dermatteri, quegli insetti chiamati anche forbici, contribuirono in parte a dare al termine il suo attuale significato, anche se, contrariamente a quel che si potrebbe pensare, questo tipo di verme dell’orecchio è assolutamente innocuo per gli esseri umani.

Proprio il contrario del verme musicale: questo si diffonde tanto rapidamente quanto la corsa ai casting per il programma ‘Popstars’ (il talent show che in Germania spopola ancora). Il verme si è diffuso anche nelle Isole Britanniche, tradotto letteralmente con “earworm”. Gli spagnoli invece conoscono il verme dell’orecchio come la “canción pegadiza” (canzone appiccicosa), e anche i portoghesi hanno un termine per il verme, che da loro si chiama “chiclete na orelha” (il chewing gum nell’orecchio), riferendosi alla tipica longevità del tormentone. Un tormentone può restarvi nell’orecchio per ore, se non giorni interi.

I termini usati da italiani e francesi invece rivelano subito quello che pensano del fastidioso intruso: i francesi la definiscono musica assordante che non si riesce a togliere dalla testa (musique entêtante), mentre per gli italiani è una canzone irritante, un tormentone, appunto. Non sappiamo però se per questo le Nazioni Unite lo abbiano riconosciuto come uno strumento di tortura nel 1997. Insomma come faccio a liberarmi una volta per tutte della melodia che vaga per la mia testa (chodzi mi po glowie), come dicono i polacchi? I musicologi consigliano di mettersi a cantare un’altra canzone o mettere su dell’altra musica nel proprio stereo.

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Vivian Rumpler

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